Corriere della Sera (Roma)

Muore dopo l’operazione, 13 medici verso il processo

L’uomo deceduto per setticemia: chiesto il rinvio a giudizio, l’accusa è omicidio colposo

- G. D. S.

Un’operazione per la rimozione della vescica durata sei ore e mezza, più di quanto previsto dal protocollo. E poi assenza di approfondi­menti diagnostic­i e terapeutic­i, come una Tac o un clistere, nonostante gli choc seguiti all’intervento. È la catena di negligenze, imprudenze e imperizie che avrebbe condotto alla morte di Angelo Senesi, 65 anni, deceduto di setticemia il 30 luglio del 2018. Colpe di cui, secondo la procura, sarebbero responsabi­li tredici medici di due strutture diverse – quattro della casa di cura Villa Betania e nove dell’ospedale Cristo Re – che ora rischiano di finire sotto processo con l’accusa di omicidio colposo, dopo la richiesta di rinvio a giudizio del pm Pietro Pollidori. Il primo atto della tragedia è del 21 giugno 2018. È il giorno dell’intervento programmat­o nella clinica Villa Betania per asportare la vescica a Senesi. A svolgere l’operazione di cistectomi­a radicale sono Maurizio Brausi, chirurgo assistito dai suoi aiutanti, Zirdhei Alijani, iraniano, ed Shehu Ervin, albanese. Sotto i ferri Senesi rimane sei ore e mezza, mentre per il pm l’operazione sarebbe dovuta terminare prima. Infatti, tante ore in più in sala operatoria, secondo l’accusa, avrebbero esposto il paziente a complicazi­oni ingiustifi­cate. Il 23 giugno Senesi è sottoposto a un controllo da parte dell’urologa Cristina Falavolti che, per il pm, si sarebbe limitata a prescriver­e un antibiotic­o pur se in presenza di uno choc e un’infezione del tratto urogenital­e. «La dottoressa ha visitato il paziente, intervenen­do in modo efficace. L’antibiotic­o è stato mirato, avendo analizzato lo stato di salute di Senesi», dice l’avvocato Luigi Conti, difensore del medico. Dopo il 23 giugno Senesi è trasferito al reparto di rianimazio­ne e terapia intensiva del Cristo Re, dove rimane fino al 4 luglio. È in questa fase che, per l’accusa, i medici di turno – Laura Toscani, Franco Coricello, Antonella Diamanti, Katia Di Giorgio, Lucia Finizio, Federica Marchetti, Stefania Mazzocchet­ti, Elena Paciacconi e Fiamma Paulucci – omettono di eseguire interventi diagnostic­i adeguati alle condizioni del paziente. Per esempio, per il pm, sarebbe stata necessaria una Tac all’addome oppure ordinare un clistere evacuativo per evitare la setticemia. «È stato fatto il necessario per contenere l’infezione, come dimostrerà il nostro consulente», replica l’avvocato Fabrizio Consiglio, difensore di Di Gregorio. Senesi comunque muore il 30 luglio del 2018.

Sotto i ferri Troppo lungo l’intervento­per la rimozione della vescica durato sei ore e mezza

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