Allarme difesa: subiti 7 gol nelle ultime 3 gare
Forse è una questione di testa: la Lazio la perde in troppi momenti. Così si fa rimontare dalla Spal e dal Cluj, così incassa tre gol in un tempo dall’Atalanta e così – è successo due giorni fa – butta una partita da vincere, o almeno da pareggiare, nel mitico Celtic Park. Di sicuro, oltre che di testa, sta diventando un problema di difesa: di reti i biancocelesti ne incassano troppe.
Sette gol nelle ultime tre partite, da Bologna a Glasgow passando per la gara in casa con l’Atalanta: le disattenzioni in fase di contenimento hanno rovinato quanto di buono la Lazio ha costruito in attacco, là dove a volte è imprecisa ma riesce comunque a essere efficace. Non a caso i biancocelesti hanno il quarto miglior attacco della serie A con 16 gol, vicinissimi a Napoli (17) e Inter (18) e staccati solo dall’Atalanta (21). La difesa, invece, balla in modo spaventoso nell’ultimo periodo. Un rendimento indipendente dagli interpreti: prende gol con Acerbi centrale e al suo fianco i titolari Luiz Felipe e Radu; li incassa quando Inzaghi decide di dare una possibilità a Vavro e Bastos, sposta Acerbi, rimette Leiva a protezione del reparto.
La Lazio cerca la stabilità difensiva da troppo tempo. Due anni fa, ancora con De Vrij leader del reparto, i biancocelesti sfiorarono la Champions nonostante avessero la decima difesa del campionato; nella scorsa stagione la situazione è migliorata in modo quasi irrilevante (le reti subite sono passate da 49 a 46). In Europa prende gol da 13 gare consecutive. Stavolta, per cercare di far progredire il reparto in misura significativa, Lotito ha deciso di investire e Tare ha portato Vavro: avrebbe dovuto essere l’uomo della svolta, è diventato una riserva. E nemmeno di lusso, benché sia costato 11 milioni di euro (più uno di bonus): una cifra nient’affatto irrilevante per le abitudini di mercato della Lazio. Il salto dal Copenaghen al nostro calcio ha lasciato il segno.
Poi c’è il portiere. Chi è Strakosha? Un calciatore già molto affidabile e destinato a crescere e a diventare un campione di livello internazionale, come sostiene Tare, oppure un elemento di debolezza all’interno della squadra, uno che continua a commettere troppi errori senza compiere un vero salto di qualità? Spesso trasmette una sensazione di forte insicurezza, alcune incertezze hanno lasciato il segno, di sicuro ha un rendimento alterno: miracoli e papere. Ma certamente non ci sono alternative, almeno adesso, al portiere albanese.
La squadra di Inzaghi subisce reti da ben 13 incontri consecutivi