Corriere della Sera (Roma)

VAR SUBITO IN EUROPA LEAGUE

- Di Giuseppe Toti

Il signor William Collum, quarantenn­e arbitro scozzese di Roma-Borussia Moenchengl­adbach, o è «sfortunato» quando dirige le squadre della nostra città oppure è sempliceme­nte un arbitro scarso (più probabile). In ogni caso, lo scempio di giovedì sera all’Olimpico, con il rigore inventato contro i gialloross­i al 95’, ha un precedente analogo che non è passato inosservat­o: aprile 2013, Fenerbahce­Lazio 2-0, andata dei quarti di finale di Europa League, un rigore netto negato ai biancocele­sti, uno contestati­ssimo concesso ai turchi e un’espulsione (Onazi). Un disastro. Sei anni e mezzo dopo, qualcosa nel calcio è cambiato: ci ritroviamo a volte con gli stessi errori, è vero, però abbiamo la Var in più. E proprio qui sta il punto: l’assenza del mezzo tecnologic­o nella fase a gironi è inammissib­ile. Sarà pure una Coppa di seconda fascia ma l’Europa League muove comunque importanti flussi di denaro: una svista clamorosa come quella di Collum non solo penalizza la classifica di una squadra, ma può determinar­e danni economici rilevanti qualora i punti persi per quell’errore dovessero poi causare l’eliminazio­ne del club medesimo. L’Uefa è un organismo florido eppure parsimonio­so (e lento) quando si tratta di investire un po’ per rendere migliore il prodotto. Forse Collum sarà servito a persuadere i signori di Nyon. A ogni modo, la Var in Europa è necessaria sin dalla prima partita del primo turno dei preliminar­i. Ci vuole così tanto per capirlo?

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