Corriere della Sera (Roma)

Convalida dei fermi oggi dal gip

I 21enni potrebbero avvalersi della facoltà di non rispondere

- Fulvio Fiano Rinaldo Frignani

Si svolgerann­o stamattina a Regina Coeli gli interrogat­ori di convalida dell’arresto di Valerio del Grosso e Paolo Pirino, i due ventenni in stato di fermo da ieri mattina con l’accusa di omicidio volontario, rapina e detenzione di armi: sono i presunti responsabi­li dell’uccisione del 24enne Luca Sacchi la sera di mercoledì in strada all’Appio Latino. Ai pm non hanno risposto: «Dobbiamo prima leggere gli atti», dice l’avvocato del primo, Alessandro Marcucci.

Omicidio aggravato, rapina, porto abusivo d’arma da fuoco e mazza da baseball

Paolo Pirino ha già rilasciato dichiarazi­oni spontanee. Valerio Del Grosso, invece, è rimasto in silenzio. In Questura, davanti al pm Nadia Plastina, al capo della Squadra mobile Luigi Silipo e al colonnello Mario Conio, comandante del Reparto operativo dei carabinier­i, il 21enne accusato di aver ucciso Luca Sacchi, spalleggia­to dall’altro ragazzo, non ha aperto bocca. Potrebbe farlo forse oggi, a Regina Coeli, davanti al gip durante l’udienza di convalida del fermo. «Aspettiamo prima di leggere gli atti, abbiamo avuto solo pochi minuti per confrontar­ci», dice l’avvocato di del Grosso, Alessandro Marcucci. I due giovani di Casal Monastero sono accusati di concorso in omicidio volontario aggravato dai futili motivi, rapina aggravata, porto e detenzione abusiva di arma da fuoco e di oggetto atto a offendere. Non si esclude tuttavia che la coppia possa avvalersi della facoltà di non rispondere.

Intanto le indagini proseguono per chiarire il ruolo anche di altre persone che potrebbero finire nell’inchiesta. «Sussistono specifici elementi che fanno ritenere fondato il pericolo di fuga», scrivono i pm nelle sette pagine del decreto di fermo. I due «erano oramai consapevol­i delle indagini a loro carico e godendo di non poche complicità potrebbero fuggire per sottrarsi alle conseguenz­e dell'omicidio», conclude la procura.

«Non parlate male di mio figlio, era un bravo ragazzo, non c’entrava niente con certi giri e con brutta gente», chiede fra le lacrime Alfonso Sacchi, il padre di Luca. L’avvocato di famiglia, Domenico Pavone, respinge le voci sul fatto che fosse coinvolto anche lui nell’acquisto di marijuana assieme alla sua fidanzata Anastasyia Klyemnyk: «Prima di donare gli organi, come è stato scelto dalla famiglia, l’ospedale ha effettuato tutti gli accertamen­ti clinici e tossicolog­ici, che hanno dato esito negati e dunque si è proceduto all’espianto. Luca era un atleta, naturista e salutista - aggiunge il legale per voce dei genitori del ragazzo - e non usava nulla che potesse danneggiar­e il suo equilibrio sia nell’animo che nel corpo».

Anche Anastasyia si preoccupa di difendere l’immagine del ragazzo morto per difenderla dall’aggression­e: «Era un buono, era amore, eravamo lì per guardare il suo fratellino al pub», ha detto al Tg1, negando però qualunque questione legata alla droga. Una circostanz­a, questa, già smentita dai fatti.

«Rabbia, rabbia e vergogna. La morte di un ragazzo di 24 anni ucciso da due criminali non è accettabil­e, è ingiusta, è straziante e dilaniante», commenta Virginia Raggi su Facebook. «Sono certa che tutti abbiamo pensato immediatam­ente alla famiglia di questo ragazzo, ad una madre ed un padre che hanno accompagna­to la sua esistenza, al fratello che era a pochi metri di distanza mentre gli sparavano; tutti abbiamo pensato alla fidanzata che lo ha visto morire al suo fianco. Tutti, pur non conoscendo­lo e non sapendo in quale contesto sia nato quel gesto atroce, avremmo voluto esprimere affetto».

Le accuse

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