Visionaria e irriverente, la rivista «Il Male» e il trionfo della satira
La prima pagina di «Paese Sera» con il titolo dell’arresto di «Tognazzi capo delle BR», le firme di Eco, Calvino, Sciascia WeGil: una mostra sulla rivista satirica nata nel 1978
Si apre oggi a WeGil la mostra «Gli anni del Male 1978-1982», a cura di Mario Canale, Angelo Pasquini, Giovanna Caronia e Carlo Zaccagnini, che rende omaggio alla rivista satirica fondata da Pino Zac. Esposte le gigantografie dei celebri «falsi» delle altre testate nazionali, le vignette originali e i memorabilia della redazione.
Quando le news non viaggiavano su smartphone e le edicole rappresentavano ancora il presidio fondamentale di un’informazione pluralista, i titoloni a tutta pagina erano la regola: con quel loro contrasto bianco e nero magnetico (per lettori e passanti) che raccontava il mondo.
A rompere invece ogni regola, nel 1978, arrivò Il Male rivista satirica confezionata a Roma da un gruppo di disegnatori, intellettuali (tra cui Italo Calvino e Leonardo Sciascia), grafici e autori irriverenti e visionari che destabilizzarono l’universo dell’informazione pubblicando una serie di clamorosi falsi: edizioni contraffatte delle testate più autorevoli e popolari —
dal Corriere della Sera al Corriere dei Piccoli — che diffondevano notizie completamente inventate (ma terribilmente plausibili) ironizzando senza remore su qualsiasi argomento: attualità, politica, religione, fino agli equilibri internazionali. A quell’esperienza è
dedicata la mostra Gli anni
del Male 1978 - 1982 ospitata da oggi al 6 gennaio nello spazio WeGil a cura di Angelo Pasquini, Mario Canale, Giovanna Caronia e Carlo Zaccagnini (in collaborazione con Vincino Gallo). Tutti ex ragazzi di quella coraggiosa redazione.
«Una mostra è la dimensione giusta per raccontare quei cinque anni in cui rivoluzionammo, a nostro rischio e pericolo, tra risate ma anche querele, la satira nazionale — commenta Pasquini — mostrando al pubblico gli aspetti più paradossali, trasgressivi e spettacolari di quella sorta di “mondo parallelo” che prima immaginavamo con grande lavoro di squadra (e di pensiero) tra le mura della nostra confusionaria redazione e poi prendeva fisicamente vita nel settimanale in edicola».
Da cui il sottotitolo dell’esposizione, promossa dalla Regione Lazio: «Quando la satira è diventata realtà». Realtà di carta, che passava di mano in mano, coloratissima, smontabile e rimontabile a seconda degli usi suggeriti a lettori e giornalai (il più famoso era appunto la metamorfosi in un altro giornale, replicato fedelmente ma con finte notizie). «Era un giornale da esposizione: gli edicolanti lo appendevano in bella vista e i lettori lo manipolavano per far cadere gli amici nella trappola delle nostre fake news — ricorda Pasquini — È stato lo specchio di un’epoca straordinaria per l’Italia, di grande creatività e allo stesso tempo di eventi terribili, certamente di cambiamento». A cui i talenti creativi de Il Male diedero il loro contributo.
La mostra si apre proprio con le gigantografie dei «falsi». Si cammina accanto alla prima pagina di Paese Sera con il titolo dell’arresto di «Tognazzi capo delle BR». «Lui si prestò allo scherzò e accettò di farsi fotografare in manette — racconta Pasquini — Fu la risposta dissacrante alla ricerca del presunto “Grande vecchio” che, secondo gli investigatori, guidava il terrorismo italiano e appassionava l’opinione». Poi quella del Corriere della Sera che annunciava la calata degli alieni. «Ma la firma di Umberto Eco sull’articolo Il marziano assente non è un falso — precisa Pasquini — lo scrisse lui, cogliendo l’occasione per porre domande reali sulle carenze culturali dei terrestri».
Ci sono anche strisce e vignette di Jiga Melik, Andrea Pazienza, Jacopo Fo, Carlo Cagni e il fondatore Pino Zac. E infine le testimonianze dei loro controversi happening (il più famoso la posa di un busto di Andreotti al Pincio) e la ricostruzione della redazione, con mozziconi di sigarette, pennarelli e macchine da scrivere. «Lì ribaltavamo la realtà — conclude Pasquini — immaginando un mondo autoironico ai limiti della realtà».
❞ Angelo Pasquini Risate, ma anche querele, cinque anni di rivoluzione, a nostro rischio e pericolo