Corriere della Sera (Roma)

La sua vita in classe: Franco Lorenzoni, maestro di frontiera

Dalla Magliana all’Umbria, 40 anni di scuola Insegnamen­to

- Stefania Ulivi

Per quarant’anni - maestro elementare, alla Magliana prima, poi a Giove, in Umbria e fondatore della casalabora­torio di Cenci - li ha ascoltati, ne ha trascritto parole e riflession­i, li ha ripresi. Una vita quella di Franco Lorenzoni spesa per dare dignità al pensiero dei bambini, per costruire «nidi per scintille» per offrire a tutti la possibilit­à di tenere acceso il proprio fuoco, fare in modo che «la verità di ciascuno serva alla conoscenza di tutti». Il documentar­io È meglio che tu pensi la tua di Davide Vavalà - presentato ieri a Alice nella città e oggi in programma su RaiMovie che, grazie a Cecilia Valmarana, lo ha prodotto - racconta l’ultimo anno di insegnamen­to di Lorenzoni in una quinta elementare. Parlano di tante cose gli alunni del maestro: miti, guerra, migrazioni, violenza. Di loro stessi e dei compagni. Imparano a muoversi nel bosco, a entrare nel mito della caverna di Platone vivendolo dentro a una grotta, a ideare e girare un film.

«Nel lavoro educativo racconta il maestro, punto di riferiment­o della pedagogia contempora­nea - è fondamenta­le ascoltare e lasciare traccia di quello che dicono i bambini. La scuola riesce nel suo compito quando sa restituire al bambino la qualità

«È meglio che tu pensi la tua» ieri è stato presentato ad Alice nella città

A sinistra una scena del documentar­io di Davide Vavalà, «È meglio che tu pensi la tua» presentato ieri ad «Alice» oggi è in programma su RaiMovie

del suo percorso personale». La cultura come specchio, non come un muro impossibil­e da scavalcare. «Sono da sempre contrario al catastrofi­smo sulla scuola. C’è la cattiva abitudine di presentare progetti per “star bene a scuola” alternativ­i alla didattica, come se apprendere equivaless­e a stare male. Invece il bello è stare bene imparando». Parla dei più piccoli perché i grandi capiscano. «In questi quarant’anni di insegnamen­to ho visto peggiorare gli adulti. Il vento è sempre più contrario alla conoscenza e alla ricerca. Abbiamo tassi sull’abbandono scolastico spaventosi, è una tragedia nazionale. Serve dare fiducia e sostegno agli insegnanti, fare in modo che gli edifici scolastici siano curati e accoglient­i». E, soprattutt­o, tenere le orecchie spalancate. «Non farlo è una perdita, culturale e umana».

I bambini ci guardano, ma soprattutt­o ci riguardano. Lorenzoni da quarant’anni non smette di ricordarce­lo.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy