La sua vita in classe: Franco Lorenzoni, maestro di frontiera
Dalla Magliana all’Umbria, 40 anni di scuola Insegnamento
Per quarant’anni - maestro elementare, alla Magliana prima, poi a Giove, in Umbria e fondatore della casalaboratorio di Cenci - li ha ascoltati, ne ha trascritto parole e riflessioni, li ha ripresi. Una vita quella di Franco Lorenzoni spesa per dare dignità al pensiero dei bambini, per costruire «nidi per scintille» per offrire a tutti la possibilità di tenere acceso il proprio fuoco, fare in modo che «la verità di ciascuno serva alla conoscenza di tutti». Il documentario È meglio che tu pensi la tua di Davide Vavalà - presentato ieri a Alice nella città e oggi in programma su RaiMovie che, grazie a Cecilia Valmarana, lo ha prodotto - racconta l’ultimo anno di insegnamento di Lorenzoni in una quinta elementare. Parlano di tante cose gli alunni del maestro: miti, guerra, migrazioni, violenza. Di loro stessi e dei compagni. Imparano a muoversi nel bosco, a entrare nel mito della caverna di Platone vivendolo dentro a una grotta, a ideare e girare un film.
«Nel lavoro educativo racconta il maestro, punto di riferimento della pedagogia contemporanea - è fondamentale ascoltare e lasciare traccia di quello che dicono i bambini. La scuola riesce nel suo compito quando sa restituire al bambino la qualità
«È meglio che tu pensi la tua» ieri è stato presentato ad Alice nella città
A sinistra una scena del documentario di Davide Vavalà, «È meglio che tu pensi la tua» presentato ieri ad «Alice» oggi è in programma su RaiMovie
del suo percorso personale». La cultura come specchio, non come un muro impossibile da scavalcare. «Sono da sempre contrario al catastrofismo sulla scuola. C’è la cattiva abitudine di presentare progetti per “star bene a scuola” alternativi alla didattica, come se apprendere equivalesse a stare male. Invece il bello è stare bene imparando». Parla dei più piccoli perché i grandi capiscano. «In questi quarant’anni di insegnamento ho visto peggiorare gli adulti. Il vento è sempre più contrario alla conoscenza e alla ricerca. Abbiamo tassi sull’abbandono scolastico spaventosi, è una tragedia nazionale. Serve dare fiducia e sostegno agli insegnanti, fare in modo che gli edifici scolastici siano curati e accoglienti». E, soprattutto, tenere le orecchie spalancate. «Non farlo è una perdita, culturale e umana».
I bambini ci guardano, ma soprattutto ci riguardano. Lorenzoni da quarant’anni non smette di ricordarcelo.