Corriere della Sera (Roma)

All’Auditorium il canto libero di Dianne Reeves

L’intervista La vincitrice di cinque Grammy, è uno dei nomi di punta del Festival Jazz «La musica è un’arte che ha il potere di superare i limiti»

- di Raffaele Roselli

Con una delle più acclamate ladies del jazz, Dianne Reeves, 5 premi Grammy, apprezzata anche per il suo impegno nel campo dei diritti civili, entra nel vivo il Roma Jazz Festival che partirà il primo novembre dal Monk e dal Parco della Musica per poi spostarsi anche alla Casa del Jazz e all’Alcazar. Reeves salirà sul palco della Sala Sinopoli dell’Auditorium sabato 2 novembre.

La manifestaz­ione è da sempre attenta a intrecciar­e scelte artistiche e attualità, offrire una lettura delle trasformaz­ioni sociali. Quest’anno, lo slogan della rassegna è: «No borders. Migration and integratio­n». Cosa ne pensa di questo titolo, Dianne?

«Penso sia meraviglio­so, nell’epoca della globalizza­zione ogni cultura ha qualcosa di bellissimo da condivider­e con il mondo. Ed è importante rimanere aperti a tutti i contributi».

Una apertura che riguarda anche il modo in cui i jazzisti intendono la musica? No borders, anche nel senso di superare i confini di genere e di stile?

«Si, penso sia una grande cosa, il modo in cui noi musicisti ci fidiamo l’uno dell’altro. E questa è la bellezza dell’arte».

Lei insegna anche canto. E sostiene che ognuno ha una voce unica, perché è una persona unica…

«Quando parlo di voce parlo del tono del tuo spirito profondo. La tua voce è quella che hai dentro. Io non smetto di ascoltare le voci di grandi artisti, per capire cosa avevano in più, cosa riuscivano a trasmetter­e. Mi hanno sempre colpita gli artisti che avevano un loro proprio suono: unico, riconoscib­ile, inimitabil­e. Li ascoltavi e sapevi che quello era il loro strumento.

Ai miei studenti dico: il tuo strumento può essere ciò con cui canti, con cui disegni, con cui dipingi, con cui scolpisci. Quindi sì, la voce è unica e può essere il tuo strumento».

E per scoprirla, la propria voce? Qual è il segreto?

«Penso che la cosa più grande e difficile sia avere la consapevol­ezza e avere fiducia in che tipo di persona sei. E credere in se stessi. Questo è l’inizio».

Nei suoi concerti lei è capace di passare dai classici del jazz, al Brasile, a Cuba, al pop, al soul. Questa è libertà?

«Per me tutto è musica. E la musica è un’arte che ha il potere di oltrepassa­re confini tra generi e superare i limiti. Io ho avuto la grande opportunit­à di entrare in contatto con la musica di tutto il mondo e di scegliere, di cantare ciò che sento mio. E poi è una

Lezioni

Non smetto di ascoltare le voci di grandi artisti, per capire che cosa avevano in più, cosa riuscivano a trasmetter­e

Scelte

Ho avuto l’opportunit­à di entrare in contatto con la musica di tutto il mondo e di scegliere, di cantare ciò che sento mio

caratteris­tica del jazz riprendere canzoni da ogni genere e portarle nel proprio ambito».

Lei e altre colleghe come Angelique Kidjo, da sempre date voce anche ai diritti delle donne. Oggi per l’ambiente o denunciare nuovi razzismi, sono emerse giovani attiviste come Greta Thunberg o la candidata democratic­a Ocasio Cortez.

«Gli uomini e le loro opinioni hanno spesso prevalso nel mondo. È necessario che ci sia, ora, un equilibrio nel dialogo e nella comprensio­ne. Ci aspettano delle grandi sfide ed è bellissimo vedere che le donne, per prime, rispondono alla chiamata».

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La cantante statuniten­se Dianne Reeves (63 anni) è una fra le più importanti interpreti jazz. Ospite del Roma Jazz Festival, sarà in concerto all’Auditorium sabato 2 novembre
Voce La cantante statuniten­se Dianne Reeves (63 anni) è una fra le più importanti interpreti jazz. Ospite del Roma Jazz Festival, sarà in concerto all’Auditorium sabato 2 novembre

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