Corriere della Sera (Roma)

Flora e fauna, i nostri gioielli sul fiume

Oggi 74 eventi tra visite guidate e sport per il «Tevere day»

- Di Fulco Pratesi

La ricchezza

Visite guidate tra arte e cinema, musica e ogni genere di sport: sono 74 gli eventi in programma oggi per il «Tevere day». La manifestaz­ione è stata ideata dall’associazio­ne Museo del Tevere, creata dai cinque storici circoli remieri della Capitale con l’obiettivo di salvaguard­are e valorizzar­e il fiume. Trentamila i romani e i turisti attesi sulle sue sponde. A

Che fosse una lupa, attirata dai vagiti dei gemelli Romolo e Remo, a prendersi cura dei figli di Rea Silvia e ad assicurare la nascita di Roma può apparire oggi una favola leggendari­a. Eppure i lupi, come ricorda Tito Livio, scendevano dal Bosco Luperco che si stendeva sul Palatino per dissetarsi nelle acque del Tevere quando Roma era ancora un piccolo nucleo di capanne vicino a un guado.

Per avere un’idea di quale fosse l’ambiente lungo il fiume prima dello sviluppo attuale della città, può servire affacciars­i al parapetto del lungotever­e delle Navi, tra il Ponte del Risorgimen­to e il ponte Matteotti, davanti al ministero della Marina, là dove si stendeva l’Oasi Urbana gestita dal Wwf dal 1989 e oggi occupata da abusivi.

Questa piccola foresta riparia, scampata dal progetto del Genio civile di costruirvi banchine e muraglioni, oggi si presenta come una selva magnifica. Oltre ai soliti platani, salici, pioppi bianchi e pioppi neri, fichi selvatici e gli esotici aceri americani, robinie e ailanti, la vegetazion­e negli anni si è arricchita di piante «domestiche» nate dai noccioli di frutti gettati dai passanti, dai semi portati dagli uccelli e dai pinoli caduti dai pini del lungotever­e. Una flora minore compare lì e anche sui muraglioni con inaspettat­e fioriture di valeriana rossa, capperi, bocca di leone selvatica, salcerella dai fiori rosati. Tra gli immigrati, la canadese margherita biancorosa­ta dell’Erigeron karwinskia­nus e sulla riva destra la tropicale felce Pteris vittata - forse evasa dal vicino Orto Botanico famosa per l’assorbimen­to che le sue foglie fanno su sostanze come piombo, mercurio e arsenico.

Tra le specie esotiche va ricordata l’Azolla carolinian­a, una felce sfuggita dagli acquari, capace di stendere tappeti verdeggian­ti nelle anse più tranquille e le tante specie palustri nostrane che orlano le rive come giunchi, carici, potamogeti e altre su cui passeggian­o le gallinelle d’acqua con i loro piccoli. Se dovessi eleggere un simbolo della natura tiberina, sceglierei sicurament­e la gallinella d’acqua. Questa parente della nera folaga, non teme di nidificare vicino a Ponte Sisto, dove gli ammassi di ramaglie gli consentono di allevare i piccoli.

La fauna del Tevere può stupire per la sua varietà. Ad iniziare dai mammiferi, come il castorino sudamerica­no (o nutria) sfuggito a un allevament­o da pelliccia e dagli anni 80 ospite del Fiume Sacro. Il secondo quadrupede «fiumarolo» poco amato, è il ratto. A passeggiar­e sulle rive se ne può vedere sia uscire dalle tane scavate negli ammassi di fango, sia inseguire pesciolini da provetti subacquei, sia fuggire alle bisce o le donnole (presenti nell’Oasi Wwf) che vorrebbero mangiarli; come del resto fanno i gabbiani reali, che dal 1973 nidificano sui tetti di Roma e anche sulle banchine del fiume, dove sostano i giovani riconoscib­ili per l’abito bruno e dimesso. In inverno, sui pioppi dell’ex Oasi, la parata nera dei cormorani venuti dalla Polonia intenti a pescare, come anche i tuffetti, pesci di ogni genere.

Ma oltre ai gabbiani, altri uccelli vivono lungo questo collegamen­to liquido tra la campagna e il mare. Come tante anatre selvatiche anche rare come il fistione turco o la canapiglia, il multicolor­e martin pescatore, il pendolino dal nido appeso ai rami. E assolute rarità come una gru coronata che sostava pochi mesi fa sotto Ponte Garibaldi,

Tra i pesci della un tempo calunniata «fogna a cielo aperto», esotici pesci gatto, lucioperch­e, carassi dorati; e poi lucci, tinche, scardole, barbi, anguille (le famose «ciriole»). Nuovi arrivati, gli immensi pesci siluro, gioia dei pescatori cinesi e dell’Est Europa.

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Una gallinella d’acqua col suo piccolo (acquerello di Fulco Pratesi)

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