Antidroga, la Capitale al setaccio
Dopo l’omicidio Sacchi all’Appio Latino, il giro di vite: dall’Eur al Pigneto, da Tor Bella Monaca a Trastevere Il questore Esposito dà il via a un maxi-piano di controllo con diecimila tra poliziotti e militari
Scatta il maxi piano della Questura per contrastare lo spaccio di droga a Roma. Un’iniziativa decisa dopo l’omicidio di Luca Sacchi mercoledì scorso all’Appio Latino nel corso di una compravendita di stupefacenti finita nel sangue. Si partirà con due-tre quartieri più a rischio. Ogni zona avrà un piano dedicato, con orari specifici. In campo almeno 10 mila uomini delle forze dell’ordine per turno. Intanto a Roma Nord tre pusher presi dai carabinieri.
I romani se ne accorgeranno. Sarà una presenza visibile. Un’operazione che già si annuncia senza precedenti, che sarà racchiusa in un’ordinanza specifica forse preceduta da un Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica in Prefettura accompagnato da una serie di contatti telefonici con i vertici delle forze dell’ordine. L’inizio di una nuova fase della lotta senza quartiere allo spaccio di droga, alle bande ma anche ai singoli che ogni ora, ogni giorno, ogni mese, vendono cocaina ed eroina, anfetamine e ketamina, marijuana e hashish, trafficando con gruppi criminali grandi e piccoli, in zone periferiche e in quartieri vicini al centro. Roma crocevia della droga: sono anni che viene ripetuto, con tonnellate di stupefacenti che arrivano in città e vengono smerciate. Ora però potrebbe arrivare la svolta. Il piano messo a punto dal questore Carmine Esposito è pronto a scattare già questa settimana.
L’omicidio di Luca Sacchi mercoledì scorso all’Appio
Latino, episodio ancora avvolto dal mistero e comunque secondo chi indaga sempre più collegato a una compravendita di droga finita male, ha fornito agli investigatori un’ulteriore conferma di quello che accade nella Capitale, dove anche comitive di ragazzi sconosciuti alla giustizia si improvvisano acquirenti di quantitativi di stupefacenti che servono per rifornire una piazza di spaccio e si rivolgono ad emissari di clan criminali di San Basilio e Tor Bella Monaca. Un’escalation che può portare a gravissimi fatti di sangue in zone fino a oggi estranee al fenomeno.
Ecco perché al piano principale saranno agganciati piani dedicati quartiere per quartiere, a seconda delle specificità di ognuno di essi. Le operazioni saranno condotte da uffici diversi, in orari diversi. Vedranno impegnati migliaia di uomini delle forze dell’ordine, non solo poliziotti ma anche carabinieri, finanzieri e vigili urbani. Si calcola che a disposizione ci potrebbero essere fino a diecimila unità divise per turni di servizio. Si comincerà con due-tre quartieri considerati particolarmente a rischio. Il riserbo è massimo, ma non dovrebbe essere difficile immaginare di quali zone si tratti: il pensiero si allunga proprio su San Basilio, Tor Bella Monaca, Torrevecchia, Pigneto, Trastevere, Eur. Nel mirino c’è l’esercito di spacciatori che ogni giorno vende stupefacenti in tutta la città. Un fenomeno diffusissimo, confermato dagli arresti delle forze dell’ordine che sono decine al giorno.
I servizi di controllo dedicati rivolti all’antidroga saranno organizzati sull’impronta di quanto sta già accadendo alla stazione Termini e attorno allo scalo ferroviario della Capitale. Blitz ad «alto impatto», frequenti, più approfonditi almeno una volta a settimana. Insomma una sorta di coprifuoco, per gli spacciatori, in
modo da impedire loro di contattare i clienti e costringerli a uscire allo scoperto per poter proseguire negli affari illeciti. Il piano di contrasto si basa sulla valutazione degli orari e dei luoghi dello spaccio: ispezioni continue nei locali pubblici e nei circoli privati, sopratutto dopo il tramonto, ma anche posti di controllo su strada e blitz dei quartieri dello spaccio dove insistono i fortini della droga.