Corriere della Sera (Roma)

Caccia all’uomo sulle scale: un ferito

Casal Bruciato, i testimoni: esplosi 12 colpi di pistola

- R. Fr.

«Siamo salvi per miracolo». Così gli abitanti di via Diego Angeli, a Casal Bruciato, che nella tarda serata di domenica si sono barricati nei loro appartamen­ti per sfuggire a quattro sicari che stavano sparando a un loro vicino di casa. L’uomo, un sorvegliat­o speciale di 48 anni, è rimasto ferito dopo essersi rifugiato a casa.

«Hanno sparato almeno una dozzina di colpi. Era come nel far west». In via Diego Angeli sanno di essersela cavata solo per miracolo. D’altra parte sul portone del civico 147 spiccano due fori di proiettile, altri compaiono sulle pareti dell’androne e della tromba delle scale. C’è il sospetto che altri colpi siano stati sparati anche in cortile. E poi le tracce di sangue, soprattutt­o impronte di mani, sui muri, sulla porta e all’interno dell’ascensore, sulla porta di casa. Testimonia­nze di una serata di terrore in una zona residenzia­le di Casal Bruciato, lo stesso quartiere sulla via Tiburtina teatro qualche mese fa delle rivolte antirom dopo l’assegnazio­ne di case popolari.

Quello che è successo invece alle 21.45 di domenica ha ben altre connotazio­ni. Forse nei prossimi giorni Maurizio Mattiozzi, 48 anni, le spiegherà agli investigat­ori della Squadra mobile che indagano sul suo ferimento, ma sopratutto su chi gli ha sparato così tanti colpi di pistola. Solo tre, tuttavia, hanno colpito il sorvegliat­o speciale conosciuto nella zona, scarcerato nel maggio scorso: alla parte bassa della schiena, a una gamba e a una mano. Ricoverato al Sandro Pertini, inizialmen­te in codice rosso, il 48enne è stato poi dichiarato guaribile in 20 giorni. Secondo chi indaga si sarebbe trattato di un regolament­o di conti, di una spedizione punitiva organizzat­a però da bassa manovalanz­a. In quattro si sono presentati sotto casa di Mattiozzi attendendo il suo rientro.

Lui però se n’è accorto e nonostante gli stessero sparando contro è riuscito a infilarsi nell’androne del palazzo, a raggiunger­e l’ascensore e a salire fino al piano dove abita con alcuni familiari. Ha sbattuto forte i pugni contro la porta, fino a quando non gli hanno aperto e così è riuscito a mettersi in salvo. Una scena da film, con gli altri inquilini del palazzo che si sono barricati nei loro appartamen­ti, con i sicari che si aggiravano per le scale, prima di fuggire, forse a piedi, per le strade del quartiere. Le indagini sono appena cominciate, la pista di uno sgarro da punire è quella privilegia­ta.

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(Proto/Barsoum) Orrore Le tracce lasciate dalla vittima in fuga nel palazzo

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