«Indignados», chieste in appello otto condanne
Chiesta la condanna degli imputati per le devastazioni del 2011 Litiga con il «cognato» e cerca di accoltellarlo
Molotov e sampietrini. Il 15 ottobre 2011 gli Indignados «bruciarono» piazza San Giovanni. Ora, otto anni dopo, il processo nei confronti di un gruppo di quei manifestanti è approdato in appello e il pg Pietro Catalani ha chiesto otto condanne per complessivi 33 anni di carcere.
● Circa 2mila i violenti per la Digos in una manifestazione con 200mila partecipanti
Molotov e sampietrini. Cappucci e passamontagna. Estintori e bombe carta. Il 15 ottobre 2011 gli Indignados, in versione apocalittica, bruciarono piazza San Giovanni.
Era il periodo della guerra alle banche e degli slogan proviolenza («Siamo violenti perché la società ci usa violenza ogni giorno»): ora, otto anni dopo, il processo nei confronti di un gruppo di quei manifestanti è approdato in appello e il pg Pietro Catalani, ha chiesto otto condanne per complessivi trentatrè anni di carcere, sollecitando l’estensione delle attenuanti generiche.
Le forze dell’ordine, i carabinieri del Ros e gli agenti della Digos, censirono circa duemila violenti in una manifestazione con 200mila partecipanti, più o meno, venuti da tutta Italia: le devastazioni furono l’incendio del blindato. Due anni e otto mesi sono stati chiesti per Massimo Gentile, 4 anni per Nadia Vecchioli, Fabrizio Lisci e Richard Yave Condori, 5 anni e mezzo per Emanuele Bonafede, 6 anni per David Ceccarelli, 2 mesi e venti giorni per Salvatore Pappalardo. Quanto agli altri — Valerio Pascali, Giuseppe Parise, Giovanni Caputi e Gaetano Azzinnaro — è intervenuta la prescrizione e dunque il pg ha sollecitato la non procedibilità. Atac, Ama, Comune e ministeri dell’Interno, della Difesa e dell’Economia si sono costituiti parte civile al processo. In primo grado la vicenda si era chiusa a maggio 2016 con 15 condanne a 61 anni totali di carcere per devastazione, saccheggio e tentato omicidio ma la sentenza aveva assolto due imputati e ridotto le pene richieste dalla Procura. Inoltre erano stati rinviati gli atti al pm perché indagasse su alcune circostanze che coinvolgevano le forze dell’ordine, come i sampietrini rilanciati verso i manifestanti, i manganelli utilizzati impropriamente e pericolosi «caroselli» di blindati fra la folla.
La manifestazione
La manifestazione degli Indignados, poi degenerata
Fiamme
Il blindato dei carabinieri assalito e dato alle fiamme durante gli scontri di ottobre 2011
Dramma familiare a Fonte Ostiense. Un diciottenne agli arresti domiciliari ha tentato di accoltellare il compagno della sorella a casa del quale si trovava per ordine del giudice. I due hanno litigato e all’improvviso il giovane ha assalito il 42enne ma è stato bloccato anche dalla sorella. Il giovane, arrestato dai carabinieri, ha poi spaccato a pugni una finestra e si è ferito.