Corriere della Sera (Roma)

San Basilio, si cerca l’arma del delitto

Gli investigat­ori: consegnata dagli assassini a un boss della droga

- Fulvio Fiano Rinaldo Frignani

Caccia alla pistola usata per uccidere Luca Sacchi. Valerio Del Grosso e Paolo Pirino potrebbero averla ottenuta da un boss della malavita di San Basilio attorno alla quale gravitavan­o. Così come avrebbero avuto coperture nel noleggio per dieci giorni della Smart con cui hanno raggiunto il pub all’Appio Latino, luogo dell’omicidio. Procura, polizia e carabinier­i stanno inoltre esaminando i tabulati telefonici e tutte le testimonia­nze raccolte nelle prime ore per chiarire i dubbi che ancora ruotano attorno al delitto. Oggi conferenza stampa della famiglia del 24enne personal trainer: «Ma non vogliamo gettare la croce addosso ad Anastasiya», assicurano i legali Armida Decina e Paolo Salice. L’interrogto­rio della 25enne ucraina, nel cui zaino c’erano le mazzette di banconote (almeno duemila euro), slitta intanto di almeno una settimana.

Valerio Del Grosso e Paolo Pirino hanno goduto di coperture nella mala di San Basilio nell’intera gestione dell’affare per la cessione di erba ai ragazzi dell’Appio Latino, sfociata nell’omicidio di Luca Sacchi. Ne sono convinti gli inquirenti, che assieme all’esame dei tabulati telefonici per ricostruir­e contatti e accordi intercorsi tra mediatori, acquirenti e pusher, indagano su chi ha fornito ai due 21enni di Casal Monastero il revolver calibro 38 con cui Del Grosso ha fatto fuoco. La pistola a tutt’oggi non è stata ritrovata, se non per un bossolo che viene ora esaminato. Segno che potrebbe essere stata riconsegna­ta a qualcuno per occultarne la provenienz­a e non metterlo nei guai, coinvolgen­dolo in questa vicenda un nome di peso nel quartiere al quale i due sono legati. Uno dei testimoni citati nell’ordinanza chiede ora di non riportare più il suo nome sui giornali: «Ho paura che mi succeda qualcosa».

Come ricostruit­o nell’ordinanza del gip, Del Grosso impiega meno di 20 minuti per raggiunger­e Casal Monastero in fuga da via Bartoloni all’Appio Latino dove ha ucciso Luca Sacchi. Lo sparo avviene alle 23 circa, alle 23.06 vengono chiamati i carabinier­i, alle 23.15 l’omicida è già in via Conti di Rieti dove incontra la sua ragazza e dove, all’altezza del civico 55, nascosto in un tombino, è stato rinvenuto un guanto in lattice blu, chiuso con dei nodi, contenente un bossolo esploso. Lungo il percorso vengono trovati anche il portafogli­o con i documenti di Anastasiya Klyemnyk (in un cespuglio di via Ottaviano Conte di Palombara; lo zaino rosa della 25enne ucraina in via di Tor Bella Monaca, vicino alla rampa di accesso al Gra) e la mazza da baseball in metallo nera usata nell’aggression­e (in via Belmonte in Sabina, presso lo svincolo del Gra per la Centrale del latte.

Del Grosso, che ha condotto gli investigat­ori al recupero di questi oggetti, niente ha detto sulla pistola, nè tantomeno lui e Pirino hanno spiegato con quali soldi hanno preso a noleggio, per dieci giorni a partire dal 14 ottobre, la Smart four four con la quale si sono recati all’appuntamen­to, per poi riconsegna­rla con il paraurti anteriore gravemente danneggiat­o ma ottenerne un’altra identica nel giro di pochi minuti. Chi garantiva per loro in queste procedure? Insieme a tutti i pezzi mancanti di questa storia c’è anche quello sull’effettiva quantità di soldi contenuti nello zaino che i due pusher hanno sottratto a Nastia. Le due mazzette da 50 e 20 euro (oltre 2.000 euro stimati) di cui parla il loro intermedia­rio Simone Piromalli non sono mai state ritrovate. Dove le hanno nascoste o a chi le hanno riconsegna­te i due?

Del Grosso e Pirino, accusati di concorso in omicidio volontario, rapina e porto abusivo di arma hanno finora scelto di non rispondere alle domande del pm Nadia Plastina e del gip Corrado Cappiello. I carabinier­i del Nucleo investigat­ivo e la Squadra mobile, coordinati dall’aggiunto Nunzia D’Elia e dal procurator­e reggente Michele Prestipino, stanno raccoglien­do tutte le prove per chiudere il cerchio su di loro e su tutto quello che è ruotato attorno al loro blitz.

Oggi intanto, in una conferenza stampa a cui parteciper­à il padre Alfonso, la famiglia di Luca Sacchi intende fare chiarezza sul 24enne personal trainer, per il quale l’autopsia ha escluso l’uso di stupefacen­ti. «Non vogliamo gettare la croce addosso ad Anastasiya», dicono gli avvocati Armida Decina e Paolo Salice. Ma la distanza umana e anche pratica dalla 25enne ucraina sembra ormai evidente. Tanto che la ex fidanzata di Luca, il cui interrogat­orio è slittato di almeno una settimana, potrebbe scegliere di rispondere alle loro parole.

Oggi conferenza stampa della famiglia di Luca Sacchi con il padre Alfonso Slittato l’interrogat­orio di Anastasiya, che potrebbe rispondere ai genitori di Luca

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Anastasiya Kylemnyk, 25 anni, e Luca Sacchi (24), ferito alla testa la sera del 23 ottobre e morto il giorno dopo in ospedale
Felici Anastasiya Kylemnyk, 25 anni, e Luca Sacchi (24), ferito alla testa la sera del 23 ottobre e morto il giorno dopo in ospedale

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