Nuove Eroidi, il mito visto da otto donne
In otto rileggono Ovidio Stasera al Piccolo Eliseo la presentazione del libro
Straordinario lo sforzo letterario, sia sul piano ideale che concreto, compiuto duemila anni fa da Ovidio immergendosi nella psicologia femminile per scrivere le Eroidi: serie di epistole in versi in cui le eroine del mito greco si rivolgevano in prima persona ai rispettivi mariti e compagni.
Un testo rivoluzionario che rovesciava, almeno nella forma, il tradizionale punto di vista maschile sul mito. Ma che la casa editrice HarperCollins ha deciso di ribaltare nuovamente (stavolta anche nella sostanza) chiedendo a otto autrici italiane di riscrivere il classico del poeta di Sulmona. Da donne a donne.
Sono Ilaria Bernardini, Caterina Bonvicini, Teresa Ciabatti, Antonella Lattanzi, Michela Murgia, Valeria Parrella, Veronica Raimo, Chiara Valerio. Che con assoluta libertà d’immaginazione e di scrittura hanno ripreso in mano gli antichi miti, dando vita a una nuova collezione di lettere firmate Fedra, Medea o Didone, raccolte nel libro Le nuove Eroidi che sarà presentato stasera al Piccolo Eliseo dal team di scrittrici al completo.
«Quando è arrivato l’invito la prima reazione è stata la paralisi — ricorda Ciabatti — L’idea di confrontarmi con un testo perfetto come quello di Ovidio mi sembrava un’impresa immensa. Ma poi la chiave d’interpretazione è arrivata dalla vita reale. Così ho trasportato Medea in Maremma, indagando la maternità ai tempi dei social, dell’ossessione per l’immagine e delle questioni di genere. Ho preso spunto dalla storia (intercettata online) di una madre che ha proiettato sul figlio maschio il suo desiderio di perfezione estetica femminile e lo ha incoraggiato a cambiare sesso. Anche questa è violenza materna: ha ucciso il figlio maschio per avere la femmina che ha sempre desiderato».
La Lattanzi, invece, ha affrontato il mito di Fedra: «Un eroina ambigua, che si innamora del figliastro e di fronte al suo rifiuto lo accusa di averla stuprata condannandolo alla furia del padre Teseo. Ho ambientato tutto in un’atmosfera da cronaca nera, stile Un giorno in Pretura. La sua lettera-testamento, scritta prima di uccidersi, è indirizzata ai figli: un coraggioso inno all’amore senza paura».
Poi ci sono la Bernardini con Ero e Leandro in fuga su un barcone, Raimo con Laodamia in una hot-chat col fantasma di Protesilao, Bonvicini che immagina Penelope in viaggio e Ulisse che l’attende a Itaca, Valerio nei panni di Deianira, Parrella che dà a Didone la forza di ripudiare Enea e Murgia per Elena di Troia. Tra modernità e eternità.
Le scrittrici Bernardini, Bonvicini, Ciabatti, Lattanzi, Murgia, Parrella, Raimo e Chiara Valerio