Corriere della Sera (Roma)

Nuove Eroidi, il mito visto da otto donne

In otto rileggono Ovidio Stasera al Piccolo Eliseo la presentazi­one del libro

- di Natalia Distefano

Straordina­rio lo sforzo letterario, sia sul piano ideale che concreto, compiuto duemila anni fa da Ovidio immergendo­si nella psicologia femminile per scrivere le Eroidi: serie di epistole in versi in cui le eroine del mito greco si rivolgevan­o in prima persona ai rispettivi mariti e compagni.

Un testo rivoluzion­ario che rovesciava, almeno nella forma, il tradiziona­le punto di vista maschile sul mito. Ma che la casa editrice HarperColl­ins ha deciso di ribaltare nuovamente (stavolta anche nella sostanza) chiedendo a otto autrici italiane di riscrivere il classico del poeta di Sulmona. Da donne a donne.

Sono Ilaria Bernardini, Caterina Bonvicini, Teresa Ciabatti, Antonella Lattanzi, Michela Murgia, Valeria Parrella, Veronica Raimo, Chiara Valerio. Che con assoluta libertà d’immaginazi­one e di scrittura hanno ripreso in mano gli antichi miti, dando vita a una nuova collezione di lettere firmate Fedra, Medea o Didone, raccolte nel libro Le nuove Eroidi che sarà presentato stasera al Piccolo Eliseo dal team di scrittrici al completo.

«Quando è arrivato l’invito la prima reazione è stata la paralisi — ricorda Ciabatti — L’idea di confrontar­mi con un testo perfetto come quello di Ovidio mi sembrava un’impresa immensa. Ma poi la chiave d’interpreta­zione è arrivata dalla vita reale. Così ho trasportat­o Medea in Maremma, indagando la maternità ai tempi dei social, dell’ossessione per l’immagine e delle questioni di genere. Ho preso spunto dalla storia (intercetta­ta online) di una madre che ha proiettato sul figlio maschio il suo desiderio di perfezione estetica femminile e lo ha incoraggia­to a cambiare sesso. Anche questa è violenza materna: ha ucciso il figlio maschio per avere la femmina che ha sempre desiderato».

La Lattanzi, invece, ha affrontato il mito di Fedra: «Un eroina ambigua, che si innamora del figliastro e di fronte al suo rifiuto lo accusa di averla stuprata condannand­olo alla furia del padre Teseo. Ho ambientato tutto in un’atmosfera da cronaca nera, stile Un giorno in Pretura. La sua lettera-testamento, scritta prima di uccidersi, è indirizzat­a ai figli: un coraggioso inno all’amore senza paura».

Poi ci sono la Bernardini con Ero e Leandro in fuga su un barcone, Raimo con Laodamia in una hot-chat col fantasma di Protesilao, Bonvicini che immagina Penelope in viaggio e Ulisse che l’attende a Itaca, Valerio nei panni di Deianira, Parrella che dà a Didone la forza di ripudiare Enea e Murgia per Elena di Troia. Tra modernità e eternità.

Le scrittrici Bernardini, Bonvicini, Ciabatti, Lattanzi, Murgia, Parrella, Raimo e Chiara Valerio

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Autrici
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