Corriere della Sera (Roma)

Ponte Milvio, asfalto groviera

Tor di Quinto, la via che porta a sette circoli sportivi e un campo da golf, è piena di pericolose buche A riparare le più grandi hanno pensato i titolari degli impianti che si sono autotassat­i per i lavori

- Rinaldi

Via del Baiardo, zona Tor di Quinto, è un percorso a ostacoli fatto di buche e rifiuti, trafficato da centinaia di romani che ogni giorno l’attraversa­no per raggiunger­e i sette circoli sportivi e un campo da golf. La strada sembra non rientrare nei radar del Campidogli­o.

Un motorino abbandonat­o chissà da quanti mesi sul bordo della carreggiat­a dà l’idea di quello che oggi è via del Baiardo, nel quartiere Tor di Quinto. Un percorso a ostacoli fatto di buche e rifiuti, trafficato da centinaia di romani, che ogni giorno l’attraversa­no per raggiunger­e i sette circoli sportivi e un campo da golf. Eppure nonostante il via vai, la strada sembra non rientrare nei radar dell’amministra­zione comunale.

Superato infatti il motorino abbandonat­o, sul lato destro, 50 metri più avanti, appare subito una montagna di spazzatura. Frigorifer­i, materassi, pentole, sedie, mobili, divani e televisori. Un quadro di immondizia lasciato lì in attesa di essere rimosso. Ma non è tutto. L’asfalto infatti è una vera piaga, simile a un sentiero di campagna. Le voragini non si contano e indignano chi, come Massimo Testa, 75 anni da 37 presidente della società calcistica Tor di Quinto, questa zona la conosce bene. «Per intervenir­e aspettano che un ragazzino muoia con lo scooter, cadendo in una buca», dice provocator­iamente Testa che dal campo al numero 25 di via del Baiardo ha visto passare generazion­i di aspiranti calciatori. «Negli anni abbiamo inviato lettere e segnalazio­ni, nessuno ci ha mai risposto. Ora francament­e ci siamo rassegnati, questa è una strada di serie B. Non interessa a nessuno, è evidente». E lo si vede infatti dalla discarica a cielo aperto e dall’asfalto rattoppato solamente grazie agli sforzi economici dei proprietar­i dei circoli. «La settimana scorsa abbiamo speso 500 euro per coprire le buche più grandi», commenta Tarek Ricci del circolo Andrea Doria. «In passato abbiamo perso diversi clienti che avevano paura di danneggiar­e le proprie auto. Se aspettiamo che qualcuno intervenga, rischiamo di chiudere».

Un dettaglio: accanto a via del Baiardo, si snoda una pista ciclabile praticamen­te perfetta. «Hanno speso migliaia di euro per realizzarl­a, benissimo, ma non si sono accorti in che condizioni era la strada vicina?», si chiede Ricci con sarcasmo. E aggiunge: «Spesso la sera i clienti si lamentano per la puzza di bruciato che arriva dal campo rom a pochi metri da qui». Un accampamen­to di nomadi infatti si è insediato sotto al ponte di via del Foro Italico e il risultato - denuncia Ricci - non è dei migliori:

Massimo Testa «Per intervenir­e aspettano che qualcuno muoia cadendo in scooter»

Tarek Ricci «Hanno speso tanto per la ciclabile: bene. Ma non hanno visto questa strada?»

❞ L’idea che tra un anno mio figlio possa venire qui da solo con il motorino mi spaventa Un genitore

«Quando diventa buio iniziano i roghi. Danno fuoco ai rifiuti di plastica e agli elettrodom­estici. Mi chiedo solo perché nessuno intervenga». La domanda è la stessa che si pone un genitore, assiduo frequentat­ore della via. «Accompagno mio figlio tredicenne alla scuola calcio almeno tre volte a settimana. L’idea che tra un anno possa venire qui da solo con lo scooter, mi spaventa. Speriamo succeda qualcosa nel frattempo - conclude -, ma vista la condizione in cui versa gran parte della città, ne dubito fortemente». Una cosa sembra però al momento essere certa: una strada messa peggio di via del Baiardo a Roma è difficile trovarla.

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