Fonseca, il restauratore della Roma
Gioco, mentalità e recupero del mercato di Monchi: tutti i meriti del tecnico portoghese
Era il 20 maggio 2018, ma sembra un secolo fa. Battendo 1-o il Sassuolo in trasferta, la Roma chiudeva il suo campionato al terzo posto. Fino a ieri pomeriggio era stata l’ultima volta con i giallorossi così in alto in classifica, al netto di anticipi e posticipi. Era la Roma dell’anno buono di Eusebio Di Francesco, quello con l’epica impresa dell’eliminazione del Barcellona nei quarti di finale della Champions League, e sembrava l’inizio di un progetto di lunga durata. Poi, invece, è arrivato l’annus horribilis con l’esonero dell’allenatore, la fuga del d.s. e l’addio di Francesco Totti e Daniele De Rossi.
Il grande merito di Paulo Fonseca, così, non è solo aver riportato la Roma in piena lotta nella zona Champions obiettivo fondamentale per i bilanci societari e per la programmazione - ma soprattutto di aver effettuato il «restauro» totale di in un ambiente a serio rischio di deriva.
I punti di forza del tecnico portoghese possono essere sintetizzati così: il gioco, la mentalità e il recupero di giocatori che sembravano persi alla causa giallorossa.
Punto primo: il gioco. Nell’emergenza più assoluta - con Cristante, Diawara e Pellegrini infortunati - Fonseca si è inventato Mancini nel ruolo di centrocampista a partire dalla gara contro il Borussia M’Gladbach. In quella posizione avrebbe dovuto giocare Santon, fermato però dall’influenza. L’esperimento-Mancini è andato oltre le più rosee previsioni, permettendo al tecnico di riproporre un calcio con due terzini di spinta (Spinazzola e Kolarov) come era nelle sue intenzioni iniziali. Il 3-3 della prima giornata contro il Genoa, però, aveva portato a una «italianizzazione» consigliata a Fonseca da dentro Trigoria. La copertura garantita da Mancini ha fatto riscoprire Pastore trequartista. Ora la Roma gioca un calcio spettacolare e equilibrato.
Punto secondo: la mentalità. Dopo lo sconcertante 0-0 contro la Samp, la squadra è stata tenuta a rapporto da Fonseca (che a Marassi era in tribuna, squalificato) e dal d.s. Petrachi: «Abbiamo convenuto che senza la giusta ambizione non si potesse andare da nessuna parte». La Roma è ripartita proprio dalla partita più deludente, che in fondo è stata un’esperienza positiva. Hanno aiutato anche i leader come Dzeko, Kolarov e Smalling, per il quale si sta cercando un accordo con il Manchester United per un riscatto immediato da 15 milioni compresi i bonus.
Punto terzo: il recupero del mercato fatto da Monchi. Pastore è il caso più eclatante. Da eterno infortunato a giocatore decisivo, come dimostrano i dati nella gara di sabato: 2 tiri, 78,7% di passaggi completati, 2 occasioni create, 11 recuperi. Persino 3 tackle vinti su 5 e 5 falli commessi. La valorizzazione vale anche per Kluivert. Più, naturalmente, la definitiva esplosione di Nicolò Zaniolo, che ha segnato quattro gol nelle ultime quattro partite (Borussia, Milan, Udinese e Napoli). Il tutto con un pizzico di umiltà poco comune nel calcio di oggi: «Il recupero di Pastore - ha detto Fonseca - non è una mia vittoria. è una vittoria di Javier».
Prima della sosta per le Nazionali restano due partite: giovedì a M’Gladbach e domenica a Parma. Contro il Borussia è possibile un po’ di turnover, con Florenzi e Perotti titolari.