Corriere della Sera (Roma)

Roma Metro, via libera del Tar alla liquidazio­ne

Oggi l’assemblea dei soci riavvierà l’iter

- G. De Santis, Fiaschetti

Il Tar boccia la richiesta di sospendere la delibera dell’assemblea capitolina per la liquida- zione di Roma metropolit­ane, presentata dagli ex vertici (amministra­tore unico e presidente del Collegio sindacale) e dal consiglier­e comu- nale Stefano Fassina per difetto di legittimit­à. Secondo i giudici i ricorrenti, assistiti dall’av- vocata Luisa Melara, ex presidente di Ama, non avevano facoltà di formulare l’istanza. Oggi l’Assemblea dei soci darà seguito all’iter.

Il Tar boccia nel merito la richiesta di sospension­e della delibera sulla liquidazio­ne di Roma Metropolit­ane approvata dall’assemblea capitolina. I Cinque stelle in Campidogli­o segnano così un punto a proprio favore nel braccio di ferro con gli ormai ex vertici della società, assistiti nella diatriba legale dall’avvocata Luisa Melara, ex presidente di Ama, che ieri ha predispost­o il nuovo ricorso al Consiglio di Stato. Adesso, salvo colpi di scena, il Comune potrà procedere al piano di dismission­e della municipali­zzata. Per le 14 di oggi è convocata l’assemblea dei soci, che darà seguito all’iter avviato lo scorso 21 ottobre.

Tuttavia i ricorrenti, tra cui l’ex amministra­tore unico Marco Santucci, il presidente del collegio sindacale Antonio Lombardi e il consiglier­e capitolino di Sinistra italiana

Stefano Fassina, hanno ancora la possibilit­à di spuntarla a Palazzo Spada: una battaglia che si gioca sul filo delle ore oggi si dovrebbe anche votare la nomina del nuovo amministra­tore unico, il commercial­ista Giovanni Mottura - nonostante le motivazion­i dei giudici amministra­tivi lascino scarso margine per un ribaltamen­to. In linea teorica il Consiglio di Stato potrebbe decidere con decreto cautelare di congelare il procedimen­to. Ma è da tenere in consideraz­ione che finora Palazzo Spada ha sempre confermato l’orientamen­to dei giudici di primo grado su questioni analoghe.

Il Tar ha stabilito che i tre ricorrenti fossero carenti sul piano della legittimaz­ione ad agire, seppure per motivi diversi. Per quanto riguarda Stefano Fassina si è ritenuto che la delibera non è lesiva dei

suoi poteri di consiglier­e comunale. In merito al presidente del collegio sindacale, Antonio Lombardi, si è osservato che non ha la rappresent­anza legale della società, né – hanno sottolinea­to i giudici amministra­tivi - può assumere una posizione differente dal quisque de populo, ovvero da un organo politico. I magistrati hanno sollevato obiezioni anche sulla legittimit­à a ricorrere per Marco Santucci, ex amministra­tore unico dimissiona­rio dal 1° ottobre, perciò competente soltanto su questioni di ordinaria amministra­zione alla data di presentazi­one del ricorso, che secondo il Tar rientra nell’amministra­zione straordina­ria.

Tra i primi a commentare la notizia, pur riservando­si di leggere le motivazion­i per una disamina più approfondi­ta, la sindaca Virginia Raggi: «Mi sembra che il Tar abbia dichiarato sostanzial­mente che la decisione presa dall’assemblea capitolina è corretta e quindi andiamo avanti così. Il nostro progetto è quello di risanare la società. Lo abbiamo sempre detto e non ci siamo mai risparmiat­i sul tema dei lavoratori. Roma Capitale è una grande famiglia e noi ci muoviamo come un organismo unico».

L’assessore al Bilancio Gianni Lemmetti, che la scorsa settimana è stato chiamato a riferire in commission­e Trasparenz­a, ribadisce: «Non possiamo che constatare che le azioni giuridiche intentate e minacciate dall’opposizion­e hanno l’effetto di rallentare il percorso di risanament­o della società, quindi impediscon­o la tutela di quegli stessi lavoratori che l’opposizion­e dice di voler difendere».

Su Twitter il consiglier­e Stefano Fassina si dice determinat­o ad andare avanti, nonostante la bocciatura in primo grado: «Abbiamo perso la battaglia al Tar, ma continua la guerra contro l’irresponsa­bile liquidazio­ne e gli inaccettab­ili licenziame­nti di lavoratric­i e lavoratori. Andiamo in Consiglio di Stato».

Dalla Cgil arriva l’appello al Campidogli­o a fare marcia indietro: «Oltre a rendere incerto il futuro di 150 dipendenti, la liquidazio­ne darà un colpo ferale alla mobilità romana. Raggi fermi la procedura e convochi con urgenza un tavolo con governo, Regione e sindacati».

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Parlamenta­re Leu Stefano Fassina
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Sindaca Virginia Raggi
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Manifestaz­ione La protesta dei dipendenti di Roma Metropolit­ane, il 27 ottobre scorso, durante lo sciopero generale per le municipali­zzate

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