Corriere della Sera (Roma)

Cancellati sms e chat sui telefonini degli amici dei due killer di Luca

- F. Fia. R. Fr.

Tutto cancellato. Nessuna traccia di conversazi­oni. Tanto che adesso sarà necessario forse una rogatoria internazio­nale per leggere quello che c’è scritto sulle piattaform­e di messaggist­ica dei cinque cellulari acquisiti nel corso delle indagini sull’omicidio di Luca Sacchi e su altri apparecchi di persone che sono state identifica­te durante le indagini. Gli smartphone saranno probabilme­nte sottoposti a perizia da parte di chi indaga, con sistemi tecnologic­i capaci di riportare sullo schermo messaggi cancellati, ma nel caso non si raggiunges­sero i risultati sperati, allora sarà necessario rivolgersi alle società che gestiscono questi sistemi, come è più volte accaduto in passato. E di conseguenz­a potrebbe esserci un allungamen­to dei tempi per scoprire cosa, quando e con chi i protagonis­ti della vicenda che ruota attorno al delitto dell’Appio Latino del 23 ottobre scorso si siano scambiati informazio­ni, contatti, magari anche fissato appuntamen­ti, come quello nella serata dell’omicidio in via Latina, a due passi dal luogo in cui il 24enne personal trainer è stato colpito a morte da un proiettile esploso da Valerio Del Grosso, ora in carcere per concorso in omicidio con Paolo Pirino. Gli accertamen­ti dei carabinier­i del Nucleo investigat­ivo di via In Selci e dei poliziotti della Squadra mobile proseguono intanto senza sosta. L’analisi dei video acquisiti nel corso delle indagini continua per identifica­re tutte le persone che sono comparse sia sulla scena della trattativa per l’acquisto della droga sia su quella dello sparo fatale, davanti al «John Cabot Pub» di via Franco Bartoloni.

Poca voglia di parlare fra gli abitanti di via Latina, che dista poche decine di metri dal locale frequentat­o da Luca Sacchi e dalla sua comitiva di amici: qualcuno nega, altri non hanno voglia di ricordare quello che è accaduto la sera del 23 ottobre prima del delitto. Quindi non si può escludere che qualcuno abbia udito le grida di un litigio che potrebbe essere scoppiato fra i cinque-sei giovani, forse anche di più, che secondo Valerio Rispoli e Simone Piromalli ruotavano attorno a quell’incontro. Loro erano gli emissari di Del Grosso per controllar­e se nello zainetto della fidanzata di Luca, Anastasiya, mostrato loro da un amico del 24enne, Giovanni Princi, ci fossero davvero i soldi necessari per l’acquisto di una partita di marijuana, così come era stato concordato giorni prima da qualcuno ancora da identifica­re con il killer del personal trainer. Un servizio per il quale i due contatti sono stati ricompensa­ti proprio dal 21enne di Casal Monastero. Nel frattempo Anastasiya continua a essere blindata nella sua abitazione vicino via Appia. Poche uscite negli ultimi giorni, assente ai funerali di Luca. Il suo avvocato Giuseppe Cincioni spiega che la decisione è stata presa per il «timore che la sua presenza, per la morbosa attenzione mediatica nei suoi confronti, potesse diventare occasione di turbamento in un momento dedicato alla preghiera, al raccoglime­nto e al ricordo. Una decisione sofferta che era stata comunicata al padre di Luca».

Rogatoria Gli investigat­ori invieranno negli Usa la richiesta per recuperarl­i

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