IL SINDACO NEUTRALE (E POTERI)
Che l’Olanda sia una democrazia non c’è dubbio: nelle città dei Paesi Bassi si respira un’aria vivace culturalmente e frizzante intellettualmente, due caratteristiche che garantiscono l’assenza di un regime autoritario. Tuttavia c’è un particolare: il sindaco non è eletto, ma nominato dal governo. Ai tempi del fascismo lo chiamavamo podestà e a nessuno oggi verrebbe in mente di auspicare il ritorno di questo personaggio con la divisa alla guida del comune di Roma.
In un’intervista rilasciata a Domus, Ahmed Aboutaleb, il sindaco governativo di Rotterdam, esalta la natura non elettiva del suo incarico: «I sindaci devono essere politicamente neutrali, non schierati». Solo così sarebbero in grado di «essere al servizio della città» senza avere la preoccupazione di essere rieletti o di dover dar conto del proprio operato a un partito. Rotterdam è una delle città più ricche del mondo, una delle più efficienti. Il suo porto è tra i primi cinque del globo. Dipenderà dal sindaco nominato? Nel dubbio, meglio non correre rischi: teniamoci il nostro sindaco eletto. Magari con quei «poteri speciali», puramente amministrativi, che sembrano così necessari per guidare meglio la Capitale sciogliendo tanti intricati nodi burocratici. Questa è una scommessa che si può tranquillamente accettare. Virginia Raggi potrebbe mostrare il suo valore senza ricorrere ad alibi a proposito delle difficoltà di governare bene Roma.