L’Ama: inquinati dalle foglie morte cariche di Pm10
Colpa delle mancate potature degli alberi
Strade e piazze della città sono da giorni invase da un tappeto di foglie secche pericoloso soprattutto per pedoni e motociclisti. I cumuli a terra diventano anche ricettacolo di inquinamento perché finiscono per raccogliere le polveri sottili (Pm10), prodotte dai motori a scoppio. E le proteste dei cittadini dilagano dalla Tiburtina all’Eur, da Trastevere a Prati, mentre l’Ama, che ha la responsabilità dello spazzamento e raccolta del fogliame su 5 mila chilometri di strade, non riesce a pulire la città.
Dalla Tiburtina all’Eur, da Trastevere a Prati marciapiedi e strade sporche da giorni
Cumuli di foglie a terra e inquinamento alle stelle. Strade e marciapiedi invasi e proteste dei cittadini in tutta la città, da Tiburtina all’Eur, da Trastevere a Prati. E Ama, che ha la responsabilità dello spazzamento e raccolta del fogliame su 5 mila chilometri di strade, denuncia anche «radioattività».
«Le foglie che vengono raccolte si portano dietro le polveri sottili?», ha chiesto ieri ai dirigenti di Ama la consigliera capitolina Simona Ficcardi (M5S) durante la commissione Ambiente sul Piano foglie. «La macchina passa e prende le foglie raccogliendo anche le sostanze pericolose — hanno risposto da Ama — e una volta che passano al portale (l’ingresso dell’impianto di rifiuti Tmb, ndr) viene segnalata la radioattività».
Il dirigente ha spiegato che «per legge il portale deve rilevare la radioattività del rifiuto e bloccar la macchina che viene messa da parte e sequestrata per 15-20 giorni». Ma da Ama, Massimo Bagatti, responsabile operativo fino a 15 giorni fa e ora alla direzione studi e ricerca nuovi impianti, smentisce: «Il materiale radioattivo — spiega — è presente nei rifiuti urbani solo in minima parte e non è tra il fogliame. Si tratta di residui di garze e materiale ospedaliero che gettano via le persone al rientro dai ricoveri». Bagatti chiarisce che «i mezzi fermi per i controlli radioattivi a Rocca Cencia sono o,2%, circa due a settimana». In ogni caso le foglie cadute a terra sono rifiuti indifferenziati e carichi di Pm10, le polveri sottili prodotte dallo smog. Un fenomeno che sarebbe limitato con potature adeguate, ma «l’appalto non è ancora partito», denunciano dal Pd. E ieri l’inefficacia del servizio di raccolta e spazzamento è stata ribadita in maniera bipartisan dai consiglieri capitolini. Ma i dirigenti di Ama hanno spiegato: «Non riusciamo a coprire tutti i municipi». L’appalto esterno riguarda il 20% di strade e ha un costo di 5 milioni in due anni, più di 200 mila euro al mese.
Intanto non è ancora risolto il nodo della discarica per Roma, disposta dall’ordinanza regionale del 27 novembre come necessaria dopo il 15 gennaio quando chiuderà il sito di Colleferro. Una scelta che spetta alla sindaca Raggi. «La relazione tecnica è completa ed è stata inviata al Comune — hanno detto dalla
Proteste
Regione — e se Raggi non sceglierà, entro il fine settimana scatterà il commissariamento». Ieri Lazio Ambiente, partecipata dalla Regione al 100%, ha presentato l’impianto di trattamento rifiuti che andrà a sostituire l’inceneritore di Colleferro ormai chiuso. «È la nuova frontiera, non è un inceneritore, né una discarica — commenta Bagatti. — Potrebbe soddisfare le esigenze di Roma e rispetta le direttive europee».