Montesano, un monologo non autorizzato e politicamente scorretto
In scena
Una frecciatina ai social e una ai politici, una alle Sardine e l’altra al business dello spettacolo. Senza peli sulla lingua Enrico Montesano lancia il suo nuovo spettacolo «Monologo non autorizzato», in scena da giovedì al 19 gennaio al Tirso de Molina tra personaggi celebri e testi nuovi di zecca
Icomici di oggi? «Troppo accomodanti». I politici? «Insopportabili, hanno la faccia di chiedere il voto senza far nulla. C’è da rimpiangere i tempi dei garofani». E le Sardine? «Fanno bene a manifestare in piazza, d’altronde viviamo in un’epoca che definirei “ittica”… dopo i 5 Stelle che volevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, oggi è tempo di pesce azzurro!».
È un Enrico Montesano senza peli sulla lingua, in versione satiro urticante, quello in arrivo giovedì al Teatro Tirso de Molina (fino al 19 gennaio) con Monologo non autorizzato, scritto, diretto e interpretato
dall’attore romano con ben più di un’intenzione dichiarata: «dire quello che nessuno ha il coraggio di dire, toccare i temi furbescamente schivati dai rassicuranti umoristi in gloria negli ultimi anni e vivere ancora il palcoscenico come pulpito e baluardo di libertà d'arte e pensiero».
Dopo i successi, gli onori e i lustrini dei suoi ultimi spettacoli (gli applauditissimi Rugantino, Il Marchese del Grillo, Il Conte Tacchia) Montesano ha deciso di calcare le scene del circuito off per dar sfogo alla più irriverente delle comicità. «Non sono ammesse censure — annuncia l’attore — ma mi fermo esattamente dove inizia il buon gusto. L’offesa gratuita non m’interessa. Quello che voglio è però essere schietto, diretto, spara
re a zero quando c’è bisogno, ma farlo sempre con grande classe. Una dote che ammiro ai pungenti colleghi inglesi, mentre noi siamo bizantini, barocchi, troppo spesso risucchiati nei giri di parole».
Lui ne ha una per tutti. «Compresi i musulmani — avverte Montesano — Sono amici, è normale scherzare sugli amici. E poi perché su cattolici e Carabinieri sì e sugli arabi no? In un teatro blasonato non me lo permetterebbero, troppo “scorretto”. Il piccolo Tirso, invece, è coraggioso, mi riporta alle origini del mio cabaret senza filtri negli anni Settanta e al contatto ravvicinato col pubblico, sollevandomi inoltre da allestimenti complessi e incombenze varie».
Leggero e «non autorizzato», Montesano interpreterà se stesso ma anche i suoi personaggi più amati: dalla Romantica Donna Inglese, a Torquato il Pensionato, a Zia Sally con gli strampalati consigli. Il tutto, però, con un repertorio nuovo di zecca che scocca frecciatine contro i social — «sono un bel mezzo di comunicazione, peccato che qualcuno s’illuda che agli altri interessino i propri commenti sul tramonto?» — o i mass media: «dovrebbero difendere l’italiano e invece ci inondano di parole straniere, assecondando la confusione d’idee in “italese” di certi politici impelagati in questioni di “trend” e “step child adoption”. Dov’è finita la lingua di Petrarca, Calvino, Cavalcanti? Altro che il cane Lessie, oggi dovremmo urlare “Torna a casa lessico!”».
Tra le novità ci sono le canzoni satiriche del cantautore Femo Blas, «per gli amici Blas Femo», ultima creatura di Montesano. «I suoi sono inni al politicamente non corretto — conclude — e al diritto di dire “questo non mi piace”. Il rischio di polemiche non mi spaventa. Temo di più un comico che non ha nulla da dire. Sarebbe come una statua di Pasquino senza pasquinate».
Obiettivo «Voglio toccare i temi furbescamente schivati dagli umoristi in gloria negli ultimi anni» Enrico Montesano al Tirso de Molina con «Monologo non autorizzato»