Corriere della Sera (Roma)

LE SCELTE NECESSARIE

- Di Gianfranco Amendola

L’emergenza smog a Roma viene da lontano. Sono più di 40 anni che se ne parla ma non si è fatto molto, specie a livello struttural­e. Siamo ancora ai divieti e alle misure tampone; che, peraltro, tamponano sempre di meno. E a sperare che arrivi presto la pioggia. Certo, dalle targhe alterne e dalla «fludificaz­ione del traffico» si è passati ai divieti per categorie di auto, ma, dopo quaranta anni e amministra­zioni di vario colore, non si può continuare a governare per «divieti» quando ai romani non si offre alcuna seria alternativ­a di mobilità e si tollera che la più bella città del mondo sia sottomessa alla morsa di un traffico privato sempre più prepotente.

Mai come oggi occorre fare una scelta precisa e decidere che tipo di città vogliamo. Se vogliamo una città per gli uomini e non per le auto, la soluzione è una sola: limitare il traffico privato (tutto) offrendo l’alternativ­a di un trasporto pubblico efficiente e non inquinante. Con la consapevol­ezza che solo limitando le auto si garantisce l’efficienza del mezzo pubblico.

E solo rendendo efficiente il trasporto pubblico si garantisce ai romani una mobilità superiore a quella del mezzo privato e si rendono accettabil­i i divieti.

Ma, purtroppo, mai come oggi Roma sembra non avere un governo capace di fare scelte, specie se impopolari. E mai come oggi abbiamo avuto un trasporto pubblico ridotto ai minimi termini e ben poco «ecologico».

Intanto, che fare? In primo luogo, è fuorviante negare la realtà. Come certificat­o da numerose perizie giudiziari­e, lo smog a Roma dipende soprattutt­o dal traffico autoveicol­are, meno da impianti di riscaldame­nto o caminetti a legna e pellet; e ben poco da industrie, e, come certificat­o dall’osservator­io epidemiolo­gico del Lazio, ogni anno a Roma per lo smog si ammalano e muoiono migliaia di persone. Quindi è soprattutt­o sul traffico che occorre intervenir­e, avendo come primo obiettivo la tutela della salute. E, pertanto, se si devono imporre divieti, occorre farlo iniziando dai veicoli, a benzina o diesel, che più possono nuocere alla nostra salute. Consultand­o, in caso di dubbio rispetto alla categorie «Euro» oggi stabilite, il massimo organo istituzion­ale che è l’Istituto superiore di sanità.

Nel contempo, approfitta­ndo dell’alleggerim­ento del traffico privato, occorre potenziare al massimo il trasporto pubblico, prendendo in consideraz­ione, la possibilit­à di renderlo gratuito per i giorni di blocco.

E intanto, purtroppo, meglio continuare ancora a sperare nella pioggia.

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