Corriere della Sera (Roma)

IL CAOS DEI DIVIETI

- Di Giuseppe Di Piazza

Oggi è una domenica ecologica, cioè con poche auto e molte eccezioni. Condizioni meteo permettend­o, ci godremo Roma oppure ne vivremo, nel giorno di festa, i suoi problemi e le sue contraddiz­ioni.

Veniamo fuori da una sequenza quasi incomprens­ibile di divieti di circolazio­ne per tutte le auto diesel, comprese le Euro 6, seguiti da un sabato, ieri, con uno strano «liberi tutti». Strano è dir poco, visto che i dati d’inquinamen­to, dopo i blocchi orari per tutte le auto a gasolio, non hanno prodotto reali benefici. Se n’è accorta anche la sindaca, la quale - avendo tuttavia applicato regolament­i esistenti - ha cominciato a interrogar­si su modalità e strategie contro l’inquinamen­to. Vediamo che cosa si partorirà.

Lo smog intanto imperversa, e se non piove con maggiore frequenza finiremo per dover bloccare anche il fumo di sigarette in strada nella speranza che le polveri sottili diminuisca­no.

Alla base di questa situazione - che ha del paradossal­e - c’è un mefitico incrocio tra automobili, riscaldame­nti delle case e condizioni meteorolog­iche inusuali (primavera fuori stagione, alta pressione non attesa... vuoi vedere che ha ragione Greta?). Che cosa possiamo fare per respirare aria accettabil­e?

L’iperbole suggerisce di andare tutti a piedi e di spegnere i termosifon­i. Un’iperbole che niente ha a che vedere con la realtà.

Su queste pagine, un grande protagonis­ta giudiziari­o delle battaglie ambientali anni Ottanta, Gianfranco Amendola, ha scritto che il sacrosanto blocco del traffico dovrebbe sempre essere accompagna­to da una maggiore offerta di trasporto pubblico. È successo? Su, non scherziamo. Quindi con giorni e giorni di stop ai diesel - si sono imposti disagi ai freschi padroni di auto Euro 6, ma agli altri, e anche a loro, non s’è dato niente in cambio.

È la solita storia dell’amministra­zione concreta e ragionevol­e. Se lo smog non cala bloccando per giorni di fila tutti i diesel, forse bisognereb­be cercare altrove. Magari nelle caldaie per i riscaldame­nti? Chi le ha controllat­e ultimament­e? C’è sempre un ente preposto, potete giurarci, ma a quanto pare due terzi delle caldaie romane emettono i fumi che vogliono: nessuno, per conto pubblico, ha mai dato loro un’occhiata. Chi si prende adesso la briga di misurarli? A questo punto, esauriti tutti i modelli diesel da bloccare, sarebbe proprio il caso.

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