IL CAOS DEI DIVIETI
Oggi è una domenica ecologica, cioè con poche auto e molte eccezioni. Condizioni meteo permettendo, ci godremo Roma oppure ne vivremo, nel giorno di festa, i suoi problemi e le sue contraddizioni.
Veniamo fuori da una sequenza quasi incomprensibile di divieti di circolazione per tutte le auto diesel, comprese le Euro 6, seguiti da un sabato, ieri, con uno strano «liberi tutti». Strano è dir poco, visto che i dati d’inquinamento, dopo i blocchi orari per tutte le auto a gasolio, non hanno prodotto reali benefici. Se n’è accorta anche la sindaca, la quale - avendo tuttavia applicato regolamenti esistenti - ha cominciato a interrogarsi su modalità e strategie contro l’inquinamento. Vediamo che cosa si partorirà.
Lo smog intanto imperversa, e se non piove con maggiore frequenza finiremo per dover bloccare anche il fumo di sigarette in strada nella speranza che le polveri sottili diminuiscano.
Alla base di questa situazione - che ha del paradossale - c’è un mefitico incrocio tra automobili, riscaldamenti delle case e condizioni meteorologiche inusuali (primavera fuori stagione, alta pressione non attesa... vuoi vedere che ha ragione Greta?). Che cosa possiamo fare per respirare aria accettabile?
L’iperbole suggerisce di andare tutti a piedi e di spegnere i termosifoni. Un’iperbole che niente ha a che vedere con la realtà.
Su queste pagine, un grande protagonista giudiziario delle battaglie ambientali anni Ottanta, Gianfranco Amendola, ha scritto che il sacrosanto blocco del traffico dovrebbe sempre essere accompagnato da una maggiore offerta di trasporto pubblico. È successo? Su, non scherziamo. Quindi con giorni e giorni di stop ai diesel - si sono imposti disagi ai freschi padroni di auto Euro 6, ma agli altri, e anche a loro, non s’è dato niente in cambio.
È la solita storia dell’amministrazione concreta e ragionevole. Se lo smog non cala bloccando per giorni di fila tutti i diesel, forse bisognerebbe cercare altrove. Magari nelle caldaie per i riscaldamenti? Chi le ha controllate ultimamente? C’è sempre un ente preposto, potete giurarci, ma a quanto pare due terzi delle caldaie romane emettono i fumi che vogliono: nessuno, per conto pubblico, ha mai dato loro un’occhiata. Chi si prende adesso la briga di misurarli? A questo punto, esauriti tutti i modelli diesel da bloccare, sarebbe proprio il caso.