Da oggi al via. La stilista Persechino: «Per crescere serve un tavolo tra creativi e organizzazione»
Artigianalità
Adriano Franchi, direttore generale di AltaRoma
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Un fitto intreccio di fili d’acciaio e rame compongono la metallica trama di tessuti immaginati e realizzati dalla stilista romana Sabrina Persechino per gli abiti della sua donna guerriera «ma elegante e femminile, non aggressiva», spiega nel suo atelier ricavato da un ex lanificio all’Ostiense, nel mostrare la collezione che dopodomani salirà sulle passerelle di AltaRoma. La kermesse di moda capitolina (da domani fino a domenica) torna per quest’edizione al Guido Reni district in zona Flaminio, dopo un intervallo di qualche stagione all’ex deposito Atac di viale Angelico e conferma la sua vocazione di scouting di giovani talenti e supporto alle accademie e alle startup creative del fashion system.
Dopo il leggendario addio di Valentino alle sfilate romane sulla fine degli anni Ottanta
per scegliere Parigi, fino al recente saluto di Balestra, c’è però ancora uno «zoccolo duro» di designer affermati, come Gattinoni, Giada Curti, Nino Lettieri, Sylvio Giardina, oltre Persechino, che continuano a scegliere la Capitale per portare in passerella le loro creazioni interpretando quella tradizione sartoriale che ha reso famosa la città in tutto il mondo nell’epoca della Dolce vita e della Hollywood sul Tevere con gli atelier negli alberghi di via Veneto. «Qui ho il cuore, ma anche la mia sede principale. Con la quantità di paesaggi e ispirazioni artistiche che offre questa città, creare a Roma è un privilegio - assicura la designer-architetto Persechino -. Basta fare una passeggiata e puoi tuffarti in tutte le epoche. Ma il business della moda e la reale possibilità di crescere segue altri percorsi. Sfilo da sette anni ad AltaRoma e sto lavorando per fare il grande passo e affacciarmi a Milano con il pret a porter».
Il ruolo della Capitale nel sistema moda sembra dunque stretto tra quello di vetrina per le giovani griffe del futuro, salvo poi perderle appena diventano famose, e una sorta di palcoscenico con sempre meno attori dove tenaci stilisti continuano a scommettere sulla scena capitolina a volte non proprio del tutto convinti. «Considero la mia sfilata un momento di sintesi, una presentazione alle clienti e alla stampa - aggiunge Persechino - ma è un investimento importante che meriterebbe più cura e attenzione da parte dell’organizzazione: serve un tavolo di confronto con gli stilisti. Sono d’accordo nel sostenere i giovani con azioni di marketing ma forse per chi ha esperienza, crede ancora in questa manifestazione e ha deciso di restare, ci vorrebbe un po’ piu di accoglienza e supporto».
Intanto oggi, nel primo giorno di AltaRoma, si parla di «Economia circolare alla conquista della moda». Confermati i format di Showcase (mostra di accessori di 56 giovani stilisti a rotazione) il concorso Who’s on next e il progetto green di Artigianal intelligence.
La società che organizza la kermesse di moda nella capitale è composta da Comune, Regione e Camera di Commercio