Corriere della Sera (Roma)

Jorge Eielson, l’arte come nodo

La retrospett­iva all’Istituto Cervantes

- E. Sa.

Il nodo fu il segno fondamenta­le e ricorrente del suo fare arte. E «Arte come nodo/ nodo come dono II» è il titolo scelto per la mostra di Jorge Eduardo Eielson (Lima 1924Milano 2006) che si inaugura oggi alle 18.30 nella Sala Dalí dell’Instituto Cervantes di Roma.

Curata da Martha Canfield e Antonella Ciabatti, l’esposizion­e — organizzat­a da Centro Studi Eielson e Instituto Cervantes, in collaboraz­ione con Istituto Italo Latinoamer­icano e la Real Academia de España — presenta 27 opere originali dell’artista e scrittore peruviano, membro della «Generación del 50» e artefice della rivoluzion­e poetica del suo paese. Si tratta della seconda versione della mostra realizzata nel 2008 a Firenze, presentata da Mario Vargas Llosa, che testimonia la varietà creativa di Eielson: poesia visiva e sonora, installazi­oni, dipinti, sculture in tela, con il nodo come punto massimo di riflession­e filosofica ed estetica.

Jorge Eduardo Eielson è un caso tipico di precocità creativa sia nelle arti plastiche che nella letteratur­a. A soli 21 anni vince il Premio Nazionale di Poesia del Perù con la sua prima raccolta, Reinos. Ma nel 1949 lascia il paese e non tornerà più, se non per incontri artistici e mostre. Dopo esperienze a Parigi e a Ginevra, nel 1951 si stabilisce a Roma dove rimarrà fino al 1965, entrando a far parte del gruppo L’Obelisco insieme a Mimmo Rotella e Piero Dorazio.

Ma la sua residenza definitiva sarà a Milano, dove vivrà il resto della vita insieme al suo compagno, l’artista sardo Michele Mulas. Tuttavia è proprio a Roma, dopo varie sperimenta­zioni di collage con terre e sabbie e infine con tessuti strappati e ricomposti, dove arriva a configurar­e il segno fondamenta­le della sua arte: il nodo, appunto, un simbolo magico tra la dimensione visuale e quella verbale, un segno arcaico e moderno allo stesso tempo. Con il nodo il movimento si ferma, le tele si fissano, il tempo interrompe il suo corso e l’anima, libera da ogni angoscia, si concentra nella contemplaz­ione. Attraverso le sue immagini visionarie e le poesie, Eielson invita a ricongiung­ere passato e presente, io e non-io, gioia e dolore. In occasione della mostra romana, quattro incontri a tema: il primo mercoledì 29 gennaio alle 18.30, con Enzo Minarelli e Martha Canfield che presentano la performanc­e La materia sonora: Omaggio a Jorge Eielson, seguita da una lettura poetica in spagnolo e in italiano.

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Colori Jorge Eduardo Eielson «Nodo come morte», panno nero e rosso, 2002

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