La Regione: andiamo avanti
Per la Regione «fa fede la delibera di giunta capitolina del 31 dicembre». Tradotto: se dal Comune non vi saranno ripensamenti, il privato che gestisce la cava di Monte Carnevale potrà richiedere l’autorizzazione integrata ambientale, che prelude alla conferenza dei servizi. Ma i comitati della Valle Galeria sono pronti a manifestare sotto la Pisana.
Dopo che la sindaca è passata attraverso il cerchio di fuoco, lo smacco dei 12 consiglieri grillini che le hanno fatto mancare i numeri in Aula votando assieme alle opposizioni per il «no» a Monte Carnevale, in Regione pensano che adesso i tempi per avviare la procedura siano maturi: «Per noi fa fede la delibera dello scorso 31 dicembre. Se da qui a poche settimane non succedesse nulla - è quanto filtra dalla Pisana - chiederemo chiarimenti. E se il Comune dovesse cambiare idea, indichi un altro sito». Dal Campidoglio, dove nonostante la rivolta dei dissidenti e gli attacchi sui social continuano a ripetere che «il clima è tranquillo», non sembrano esserci ripensamenti. È inevitabile che qualunque decisione impatti in modo così forte sul territorio si tiri dietro la sua scia di impopolarità ma, come ribadiva ieri Virginia Raggi, ai romani servono risposte. Senza contare l’aut-aut della Regione: discarica o commissariamento. Adesso tocca alla società che gestisce la cava nella Valle Galeria presentare l’«Aia», la richiesta di autorizzazione ambientale integrata, che prelude alla Conferenza dei servizi. Ama, per il momento, non sembra essere della partita, ovvero coinvolta nella creazione di una società mista pubblico-privato. In fase istruttoria, e alla presenza di tutti i soggetti coinvolti (comitati inclusi), saranno valutati i pareri tecnici e le eventuali criticità, per trarre un bilancio complessivo e capire se vi siano le condizioni per autorizzare il sito a ricevere i rifiuti della Capitale.
Il ministero della Difesa ieri è tornato a esprimere la sua preoccupazione: «Da un lato a livello sanitario, a tutela del personale che risiede nella base (distante appena 700 metri, ndr) - ha chiarito il colonnello Marco Lallai -. Parliamo di circa 1.500 persone, tra cui famiglie con bambini. Dall’altro a livello tecnico, perché la base è stata scelta negli anni Cinquanta in quanto lontana dal centro abitato». Tra le molte riserve, si fa cenno anche agli accordi pregressi: «Sull’area vige una servitù militare che pone dei vincoli ed è stata ampliata nel 2019». Nel frattempo, gli abitanti della Valle Galeria, che martedì hanno manifestato in piazza del Campidoglio, promettono di non mollare: «I nostri rappresentanti, ricevuti dalla delegata della sindaca, Valeria Allegro, non sono soddisfatti dell’incontro, in quanto si è trattato soltanto di un ascolto delle ragioni che ci hanno portato a manifestare senza una discussione in merito al tema». Se non fosse che, a esasperare gli animi, è stata la ragion politica: la conferma, per quanto sofferta, di Monte Carnevale, «per dare risposte a tre milioni e mezzo di romani». «Facciamo parte anche noi dei tre milioni e mezzo di cittadini - ribattono i residenti -. Ci opporremo per ottenere la riqualificazione della zona che per 50 anni ha ospitato Malagrotta, la discarica più grande d’Europa». Strali anche contro il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti: «Le proteste ora si spostano sotto la Regione».
La Difesa Il ministero è preoccupato per la presenza di una base militare a 700 metri dalla futura discarica