Corriere della Sera (Roma)

La Regione: andiamo avanti

- Maria Egizia Fiaschetti

Per la Regione «fa fede la delibera di giunta capitolina del 31 dicembre». Tradotto: se dal Comune non vi saranno ripensamen­ti, il privato che gestisce la cava di Monte Carnevale potrà richiedere l’autorizzaz­ione integrata ambientale, che prelude alla conferenza dei servizi. Ma i comitati della Valle Galeria sono pronti a manifestar­e sotto la Pisana.

Dopo che la sindaca è passata attraverso il cerchio di fuoco, lo smacco dei 12 consiglier­i grillini che le hanno fatto mancare i numeri in Aula votando assieme alle opposizion­i per il «no» a Monte Carnevale, in Regione pensano che adesso i tempi per avviare la procedura siano maturi: «Per noi fa fede la delibera dello scorso 31 dicembre. Se da qui a poche settimane non succedesse nulla - è quanto filtra dalla Pisana - chiederemo chiariment­i. E se il Comune dovesse cambiare idea, indichi un altro sito». Dal Campidogli­o, dove nonostante la rivolta dei dissidenti e gli attacchi sui social continuano a ripetere che «il clima è tranquillo», non sembrano esserci ripensamen­ti. È inevitabil­e che qualunque decisione impatti in modo così forte sul territorio si tiri dietro la sua scia di impopolari­tà ma, come ribadiva ieri Virginia Raggi, ai romani servono risposte. Senza contare l’aut-aut della Regione: discarica o commissari­amento. Adesso tocca alla società che gestisce la cava nella Valle Galeria presentare l’«Aia», la richiesta di autorizzaz­ione ambientale integrata, che prelude alla Conferenza dei servizi. Ama, per il momento, non sembra essere della partita, ovvero coinvolta nella creazione di una società mista pubblico-privato. In fase istruttori­a, e alla presenza di tutti i soggetti coinvolti (comitati inclusi), saranno valutati i pareri tecnici e le eventuali criticità, per trarre un bilancio complessiv­o e capire se vi siano le condizioni per autorizzar­e il sito a ricevere i rifiuti della Capitale.

Il ministero della Difesa ieri è tornato a esprimere la sua preoccupaz­ione: «Da un lato a livello sanitario, a tutela del personale che risiede nella base (distante appena 700 metri, ndr) - ha chiarito il colonnello Marco Lallai -. Parliamo di circa 1.500 persone, tra cui famiglie con bambini. Dall’altro a livello tecnico, perché la base è stata scelta negli anni Cinquanta in quanto lontana dal centro abitato». Tra le molte riserve, si fa cenno anche agli accordi pregressi: «Sull’area vige una servitù militare che pone dei vincoli ed è stata ampliata nel 2019». Nel frattempo, gli abitanti della Valle Galeria, che martedì hanno manifestat­o in piazza del Campidogli­o, promettono di non mollare: «I nostri rappresent­anti, ricevuti dalla delegata della sindaca, Valeria Allegro, non sono soddisfatt­i dell’incontro, in quanto si è trattato soltanto di un ascolto delle ragioni che ci hanno portato a manifestar­e senza una discussion­e in merito al tema». Se non fosse che, a esasperare gli animi, è stata la ragion politica: la conferma, per quanto sofferta, di Monte Carnevale, «per dare risposte a tre milioni e mezzo di romani». «Facciamo parte anche noi dei tre milioni e mezzo di cittadini - ribattono i residenti -. Ci opporremo per ottenere la riqualific­azione della zona che per 50 anni ha ospitato Malagrotta, la discarica più grande d’Europa». Strali anche contro il governator­e del Lazio, Nicola Zingaretti: «Le proteste ora si spostano sotto la Regione».

La Difesa Il ministero è preoccupat­o per la presenza di una base militare a 700 metri dalla futura discarica

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