Discarica, Raggi ora sfida i suoi
La battaglia interna ai grillini adesso si sposta sul progetto per lo stadio a Tor di Valle, che potrebbe vacillare Dopo il voto contro, la prima cittadina conferma la scelta di Valle Galeria. Scontri tra M5S
Raggi tira dritto sulla discarica a Monte Carnevale. E sfida la sua maggioranza che, dopo la spaccatura in Aula, continua a litigare anche sui social sulla linea scelta dalla sindaca forse con vista elezioni. Col rischio che adesso lo scontro interno vada a mettere a rischio i dossier più caldi del Campidoglio. In primis quello sullo stadio della Roma: tra variante e convenzioni sono previsti 5 o 6 passaggi in Aula e la fronda dei «ribelli» potrebbe allargarsi.
Adesso la sfida, forse un seme da far germogliare l’anno prossimo in vista della corsa elettorale, è quella di risolvere una volta per tutte la questione rifiuti. E la sfida nella sfida consiste nel tenere la barra dritta nonostante gli scossoni che arrivano dal M5S, dentro e fuori dal Campidoglio, nei municipi dove a gestire la cosa pubblica è la «base» del Movimento. Per questo Raggi — forse da ieri fortificata dalle dimissioni da capo politico Luigi Di Maio con cui «le strade si sono divise fin dagli episodi di Casalbruciato» — ha deciso di andare oltre alle diatribe interne e tirare dritto sulla discarica di Monte Carnevale, in Valle Galeria. «Mi spiace per il territorio, ma devo pensare a tre milioni e mezzo di romani», dice la sindaca sgombrando il campo dall’ipotesi del ritiro della delibera con l’indicazione del sito da destinare all’invaso salva-Roma, ovvero quanto chiestole in Aula dalle opposizioni e soprattutto da 12 suoi ormai ex fedelissimi.
Di certo la linea della sindaca si lascia dietro una scia di malumori e, quindi, di rischi per il prosieguo della consiliatura che, comunque, non sembra correre il pericolo di interrompersi anzitempo, come fu per Ignazio Marino.
«Ho visto un grande allarmismo sulla tenuta della giunta: una questione che non si pone. Nessuna sfiducia a Raggi, arriveremo fino a fine mandato», ribadisce il capogruppo M5S capitolino, Giuliano Pacetti, che sulle mozioni FdI e Pd con la richiesta di ritiro della delibera su Monte Carnevale non ha espresso alcun voto pur di non enfatizzare le divisioni interne alla maggioranza. Ma lo strappo c’è. E dagli scranni dell’Aula Giulio Cesare arriva sui social, cioè l’habitat naturale del M5S.
E prende corpo sulla pagina
Facebook di Andrea Severini, il marito di Raggi. Lui posta l’elenco dei ribelli che chiedono a Raggi il passo indietro sulla discarica. E nei commenti si scatena una gazzarra vera e propria, con scambi di accuse e vecchie ruggini. «Non si vota contro una decisione presa dalla sindaca», scrive il consigliere grillino Marco Terranova prima di chiedere le «dimissioni» di Daniele Diaco e Simona Ficcardi, rispettivamente presidente e vice della commissione Ambiente, entrambi tra i votanti delle mozioni anti discarica. Risponde Ficcardi: «Io ho votato insieme alla destra e la sinistra, la giunta ha votato contro il programma», contrattacca la grillina subito sostenuta dal compagno, il consigliere regionale M5S, Marco Cacciatore. Il quale se la prende con Severini: «Dì a
Virginia di provare un po’ di sana vergogna». «Ma che problema hai? Manco ti conosco. Salutami la tua capogruppo», replica il marito di Raggi.
Insomma, la sindaca va avanti per la sua strada, saluta Di Maio e, forse, punta a farsi rieleggere: «Avanti a testa alta
Luigi. Il cammino da fare è lungo, complesso ma entusiasmante: rimbocchiamoci le maniche!», il commiato di Raggi all’ormai ex capo politico M5S. Ma, sotto di lei, si litiga eccome. E nella polemica sulla bacheca del marito entrano anche la consigliera capitolina Gemma Guerrini e quella regionale Francesca De Vito, oltre che moltissimi attivisti. Segnale del malumore che ha accompagnato anche Di Maio, a sottolineare la difficoltà, ormai cronica per il Movimento, di sincronizzare la sua natura con la sua funzio
Giuliano Pacetti (5S) «Ho visto allarmismo, ma non c’è alcuna sfiducia a Raggi, arriveremo fino a fine mandato»
Simona Ficcardi (5S) «Io ho votato insieme a destra e sinistra, la giunta ha votato contro il programma»
ne: essere di lotta o di governo? Intransigenza nel portare avanti le battaglie di sempre o, strada che pare aver imboccato la Raggi, elasticità in virtù di un obiettivo superiore?
Tutto, come ovvio, espone a dei rischi. E l’Aula, dove martedì la maggioranza M5S si è spaccata per la prima volta, è attualmente il luogo dove il pericolo si può concretizzare. Se la consiliatura interpreta lo stadio della Roma come opera da lasciare a sua memoria, ecco che adesso il progetto potrebbe vacillare: da oggi al primo mattone, infatti, sono previsti cinque o sei passaggi in Assemblea capitolina tra variante urbanistica e convenzioni varie. Nel caso, la fronda dei ribelli si potrebbe allargare se, come dimostrato sulla discarica, i territori tornano a esercitare pressioni forti quanto efficaci.