Coronavirus, due casi a Roma
E’ una coppia di turisti cinesi che stava in un albergo del Centro. Spallanzani sotto pressione
Il coronavirus è arrivato a Roma. Le analisi mediche hanno confermato che la coppia di turisti cinesi soccorsa nella serata di mercoledì all’Hotel Palatino in via Cavour è positiva. Scattato il protocollo di prevenzione anche per le persone entrate in contatto con loro. In serata una comitiva di connazionali in gita in Ciociaria è stata scortata a Roma dalla polizia.
Il coronavirus è arrivato a Roma. Sono risultati positivi i due turisti cinesi, marito e moglie 50enni, trasferiti nella tarda serata di mercoledì all’Istituto nazionale per le malattie infettive «Lazzaro Spallanzani» dall’Hotel Palatino in via Cavour, dopo che l’uomo aveva manifestato i sintomi di una forte influenza. La conferma è arrivata ieri sera dalla Regione Lazio con l’assessorato alla Sanità che ha spiegato: «È stata attivata la sorveglianza sanitaria alle persone venute in contatto con la coppia. Sono scattate tutte le misure previste dai protocolli sia per quanto riguarda alcune persone dell’albergo, sia altri componenti del gruppo di turisti.
Al momento sono tutti asintomatici e non destano preoccupazione». Sempre ieri sera le volanti della polizia e della Stradale hanno scortato allo «Spallanzani» dalla Ciociaria un pullman con una quarantina di turisti cinesi, originari della provincia di Wuhan, epicentro dell’epidemia, in gita fuori Roma: appartengono allo stesso tour operator dei due già ricoverati e saranno sottoposti anche loro ad accertamenti medici per capire se abbiano contratto il coronavirus. Ma non è finita qui: altre decine di cinesi si sono presentati spontaneamente in ospedale per essere sottoposti ad analisi di laboratorio. Insomma Roma si ritrova nell’emergenza. Le prossime ore e i prossimi giorni saranno decisivi per capire se ci siano altre persone contagiate, mentre probabilmente sarà una caserma del complesso militare della Cecchignola a ospitare gli italiani che saranno rimpatriati con un volo speciale da Wuhan nel fine settimana. E anche loro saranno tenuti in quarantena, per verificare entro 14 giorni se ci siano i sintomi della malattia. Per la prima volta la Capitale si trova alle prese con un’epidemia dalle conseguenze imprevedibili. Il protocollo di massima sicurezza è già scattato, così come il piano di Difesa civil e . A p r e o c c u p a r e è soprattutto il fatto che i cinesi risultati positivi al coronavirus sono arrivati dieci giorni fa a Roma e hanno quindi circolato per la città, soprattutto
52 episodi sospetti di turisti asiatici portati in ospedale
10 cinesi residenti a Roma che si sono presentati allo Spallanzani
Psicosi collettiva
per il centro, frequentando i luoghi tradizionalmente visitati dalle comitive di ospiti provenienti da tutte le parti del mondo, senza contare i mezzi pubblici che potrebbero aver utilizzati per i loro spostamenti. Anche per questo motivo sono in corso accertamenti in diversi punti della Capitale per rintracciare il maggior numero possibile di persone che hanno avvicinato la coppia, ed eventualmente anche il resto della comitiva poi individuato sul pullman. Sempre ieri, a poche ore di distanza dal primo preoccupante allarme, in mattinata era arrivata la notizia della nave Costa Smeralda di Costa Crociere ferma t a nel por to di Civitavecchia per altri due casi sospetti di coronavirus: una
Per strada non solo i cinesi con le mascherine, ma anche tanti romani
Convitto nazionale Rinviato il viaggio studio a maggio in Cina di 200 alunni del collegio a Prati
Numeri Si contano migliaia di cancellazioni fino al 10 febbraio
coppia che ha manifestato sintomi è finita in isolamento nel presidio medico di bordo mentre la cabina anch’essa sigillata. In serata il cessato allarme, con il responso dello «Spallanzani» che ha stabilito che i due non hanno contratto il coronavirus. Un primo sospiro di sollievo, seguito però dopo qualche ora dalla doccia fredda, con la conferma del premier Giuseppe Conte che ha annunciato i due casi positivi sempre nella Capitale. I romani vivono così un incubo, come dimostra il fatto che per strada non si vedono soltanto i cinesi con la mascherina a coprire il volto. La utilizzano anche i residenti di molti quartieri. E non solo. I ristoratori e i commercianti cinesi hanno lanciato un appello perché i loro negozi avrebbero già subito un drastico calo degli affari. A conferma del clima di paura che si respira in città anche l’annullamento del consueto viaggio di studio a maggio in Cina degli alunni del Convitto nazionale di Prati iscritti al corso di cinese e la mail che il direttore dello storico conservatorio di Santa Cecilia, Roberto Giuliani, ha inviato a docenti e studenti, sospendendo «le lezioni degli studenti orientali (cinesi, coreani e giapponesi) » . Un provvedimento valido fino al 5 febbraio, quando «un medico del conservatorio provvederà a visitarli. Solo quelli che passeranno la visita potranno essere riammessi alla frequenza».