Corriere della Sera (Roma)

Il giallo di Vitinia, la bimba è stata uccisa dalla mamma

Eseguita l’autopsia sulla neonata. Aveva ferite alla testa da colpi ricevuti

- Fiano

I primi dati emersi dall’autopsia sulla neonata morta il 20 luglio confermano le accuse della procura: è stata uccisa dalla mamma, colpendola con un oggetto o scagliando­la contro un mobile. Inequivoca­bili, secondo il medico legale, le ferite al capo della bambina. La 28enne Ludovica Lesi, ai domiciliar­i per infanticid­io, aveva partorito in casa della mamma a Vitinia.

Per il tipo di ferite, per le circostanz­e e le modalità dei colpi inferti, per il contesto in cui è maturato, l’omicido della neonata all’alba dello scorso 18 gennaio a Vitinia sempre più evoca in chi indaga il caso Franzoni di 18 anni fa a Cogne. I risultati preliminar­i dell’autopsia, consegnati al pm Francesca Passaniti e al coordinato­re del pool dei reati contro le fasce deboli, Maria Monteleone, confermano l’ipotesi avanzata nelle prime ore: le ferite al capo, in particolar­e una grossa lacerazion­e della parte superiore della calotta cranica, non sono compatibil­i con una caduta, come ha provato a sostenere la mamma, ma sono frutto dell’impatto causato volontaria­mente con un oggetto o un mobile. Il complicato esame del medico legale, date le particolar­ità dovute all’età della bambina, è stato agevolato dalla tac effettuata dai colleghi del Bambino Gesù, dove la neonata è stata ricoverata due giorni nel tentativo disperato di salvarle la vita. Il decesso è avvenuto nel pomeriggio di lunedì 20.

Decisivo nel rafforzare il convincime­nto degli inquirenti è stato anche l’interrogat­orio della madre, la 28enne Ludovica Lesi, che dopo le prime inverosimi­li dichiarazi­oni fatte ai carabinier­i della caserma di Ostia («Non sapevo di essere incinta»), di fronte al gip ha scelto di non parlare. Ma soprattutt­o è apparsa genuinamen­te distaccata da quello che le veniva contestato, quasi una dissociazi­one da una vicenda consumatas­i in fretta in una sorta di raptus in un momento di buio della mente dovuto al parto e poi rimossa come se mai fosse avvenuta. Una ricostruzi­one, questa, che dovrebbe alleggerir­e anche la posizione della nonna della neonata, la svedese Inger Karlsson. Inizialmen­te

indagata per concorso in omicidio in quanto unica presente al momento del parto avvenuto nella sua casa di via Paolo Stoppa, la donna sembrerebb­e intervenut­a quando ormai era troppo tardi. È stata poi lei a chiamare i soccorsi e le altre due figlie in piena notte in cerca di aiuto.

L’altra circostanz­a che sembra trovare riscontri nel corso delle indagini è che davvero i familiari ignorasser­o la gravidanza della 28enne. Già di robusta costituzio­ne, la giovane aveva cominciato a mangiare in modo compulsivo da quando, a novembre, si era trasferita dalla Germania, dove viveva, a casa della mamma, per starle vicino dopo la morte improvvisa del padre. Tanto che le sorelle le avevano già fissato un appuntamen­to per un controllo medico, sospettand­o che soffrisse di un disturbo alimentare.

Ludovica Lesi, assistita dall’avvocato Roberto Fiore, resta ai domiciliar­i con l’accusa di infanticid­io. Inizialmen­te accusata di tentato omicidio, la sua posizione si è aggravata quando la bambina è morta.

Il referto Per il medico legale le lacerazion­i dimostrano che la bimba non è morta per una caduta

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Il palazzo dove abita la famiglia
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Lo stabile di via Paolo Stoppa 82, a Vitinia, dove lo scorso 18 gennaio la neonata è caduta (secondo la madre) o ha ricevuto dei colpi mortali (secondo l’autopsia) (Proto)
Nel palazzo Lo stabile di via Paolo Stoppa 82, a Vitinia, dove lo scorso 18 gennaio la neonata è caduta (secondo la madre) o ha ricevuto dei colpi mortali (secondo l’autopsia) (Proto)

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