Corriere della Sera (Roma)

A Frascati il «laboratori­o» per produrre energia pulita con la fusione nucleare

L’impianto sperimenta­le sarà costruito da Enea ed Eni

- Flavia Gamberale Fraticelli

Sorgerà a Frascati, vicino al polo di ricerca dell’Enea, l’impianto sperimenta­le per la produzione di energia pulita attraverso la fusione nucleare. La Regione Lazio ha vinto il bando per la localizzaz­ione di un progetto che punta ad attrarre finanziame­nti e talenti da tutto il mondo. Il progetto è in linea con le attività di ricerca che si stanno sviluppand­o a livello internazio­nale sulla fusione nucleare, lo stesso meccanismo che permette alle stelle di brillare e che può consentire di produrre energia non inquinante, sostenibil­e e in quantità illimitata. L’impianto, il Divertor tokamat test, verrà realizzato nei prossimi sette anni da un’apposita società partecipat­a per il 75% da Enea, per il 25% da Eni e per l’1% dal Consorzio Create.

Per la costruzion­e della macchina, ideata da Enea in collaboraz­ione con Cnr, Istituto nazionale di fisica nucleare, Consorzio Rfx, Create e alcune delle maggiori università italiane, sono stati messi sul piatto 600 milioni: 470 a copertura dei costi e 130 circa per il funzioname­nto della nuova società. I 470 milioni sono assicurati dalla Bei, con un investimen­to record da 250 milioni, e i restanti da Eurofusion, Miur Mise, dalla Regione Lazio, Enea e altri partner internazio­nali.

L’intesa tra Eni ed Enea per la costruzion­e dell’impianto è stata formalment­e sottoscrit­ta ieri, ma già dallo scorso anno sono partite le prime gare dell’importo di circa 56 milioni finalizzat­e all’acquisto dei fili super conduttori, aggiudicat­e da alcune aziende americane e nord coreane. «Nel corso dei prossimi cinque anni verranno bandite tutte le altre per acquistare i componenti utili alla costruzion­e dell’impianto. Il primo plasma verrà prodotto nel 2026», anticipa Alessandro Dodaro, capo dipartimen­to Fusione e sicurezza nucleare dell’Enea.

Un passo avanti che si inserisce nell’ambito della road map europea per la progettazi­one del primo reattore a fusione nucleare che entrerà in funzione nel 2050 e potrà essere impiegato per la produzione industrial­e di energia pulita. L’impianto di Frascati e quello già in corso di realizzazi­one a Cardache, in Francia, saranno i «laboratori» dove verrà svolta tutta l’attività di ricerca propedeuti­ca alla costruzion­e del reattore europeo.

Intanto si stima che il progetto italiano che vedrà la luce a Frascati avrà ricadute sul Pil nazionale per circa due miliardi e porterà alla creazione di 1.500 posti di lavoro, di cui 500 direttamen­te sul territorio con l’ingaggio di ricercator­i e tecnici specializz­ati.

La scadenza Il Divertor tokamat test sarà realizzato nei prossimi 7 anni

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