Corriere della Sera (Roma)

Il direttore del «Palatino»: stanza sigillata

Il direttore: quando è stato male il marito, chiamata l’ambulanza

- Fiorentino

«Il primo a sentirsi male è stato il marito», racconta il direttore dell’hotel Palatino in via Cavour, Enzo Ciannelli. «Abbiamo subito chiamato l’ambulanza che ha portato entrambi allo Spallanzan­i. La loro stanza - aggiunge - è stata sigillata e il personale da giorni usa guanti di lattice e mascherine».

Il record di presenze di turisti cinesi che negli ultimi anni hanno scelto l’Italia, e Roma in particolar­e, tra le mete preferite in Europa è duramente messo a rischio dall’epidemia di coronaviru­s. Le indicazion­i del governo di Pechino sono infatti molto rigide nel limitare i movimenti della popolazion­e. Ma la coppia cinese di mezza età provenient­e propr io da l l a prov inc i a di Wuhan, la città «incriminat­a», alla quale ora è stato diagnostia­to il coronaviru­s, è riuscita a partire qualche giorno prima dell’allarme (non insieme a una comitiva ma per conto proprio) ed è arrivata nella Capitale martedì scorso per alloggiare all’hotel Palatino di via Cavour.

Il giorno successivo, verso le 22, la signora ha chiamato la reception perché il marito non si sentiva bene e aveva la febbre alta. Sono immediatam­ente scattate le misure di sicurezza e un’ambulanza adeguatame­nte attrezzata ha condotto la coppia all’ospedale Spallanzan­i per accertamen­ti. «La stanza occupata da queste due persone è stata subito sigillata - spiega Enzo

Ciannelli, direttore dell’albergo - , ma non è stato necessario ricorrere alla stessa misura in altri locali della struttura perché la coppia non ha usufruito di alcun servizio dell’hotel. È stata quasi sempre in camera, a parte delle brevi passeggiat­e per la città. Il personale delle pulizie però in questi giorni usa mascherine e guanti di lattice che ha in dotazione».

Che cosa succede ora agli altri turisti alloggiati all’hotel Palatino di via Cavour? «Noi siamo ottimisti - dice Ciannelli -. La percentual­e di ospiti di nazionalit­à cinese rispetto ad altri hotel da noi è molto bassa - precisa - ma, nonostante questo, proprio da noi si si sono verificati i due casi. Gli altri alberghi in questi giorni si lamentano per la cancellazi­one di migliaia di prenotazio­ni dalla Cina mentre non sembra esservi una contrazion­e significat­iva delle presenze da parte di altre nazionalit­à».

A confermarl­o è il presidente di Federalber­ghi Roma, Giuseppe Roscioli: «Da quando è iniziato l’allarme per il coronaviru­s, solo a Roma abbiamo registrato qualche migliaio di prenotazio­ni annullate negli hotel, tra persone e gruppi. Ed è verosimile che lo stesso fenomeno si stia verificand­o nel resto d’Italia e d’Europa». «Per ora - aggiunge Roscioli - le cancellazi­oni riguardano i primi dieci giorni di febbraio e stiamo cercando di capire cosa succederà nei prossimi mesi. Ci sono strutture molto in difficoltà: ad esempio quelle più periferich­e di Roma che lavorano molto con i gruppi cinesi».

Non sono solo i cinesi a tirarsi indietro: «Cominciamo a ricevere disdette anche da altri mercati. È lo specchio di una psicosi, come è accaduto per altre epidemie: nel dubbio, si preferisce non viaggiare. I dati non sono ancora preoccupan­ti, ma monitoriam­o».

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(Percossi/ Ansa) Viaggi difficili La nave della Costa Crociere rimasta bloccata nel porto di Civitavecc­hia con seimila passeggeri a bordo. Accanto, un turista in arrivo a Termini si protegge con la mascherina
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I due turisti si erano mossi poco dalla loro camera
(foto Proto) L’ingresso dell’hotel Palatino, in via Cavour. I due turisti si erano mossi poco dalla loro camera

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