Corriere della Sera (Roma)

Troppi pregiudica­ti, chiusa la pizzeria del clan

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Quindici giorni di chiusura. È il provvedime­nto notificato ieri dai carabinier­i della compagnia Trastevere al titolare di una pizzeria di Primavalle frequentat­a secondo i militari dell’Arma anche da personaggi collegati al clan Gambacurta, attivo in zona e al centro di recenti indagini. Proprio in questi giorni peraltro è in corso il processo a Franco Gambacurta, detto «lo zio», 67 anni, considerat­o uno dei boss dell’organizzaz­ione che gestisce lo spaccio di droga a Montespacc­ato,

anche con metodo mafioso «esercitand­o sulle vittime una coartazion­e psicologic­a con i caratteri tipici derivante dall’appartenen­za a una organizzaz­ione criminale», scrivono i pm. Le saracinesc­he del locale sono state abbassate in virtù del decreto emesso dal questore Carmine Esposito, su proposta dei carabinier­i e sulla base dell’articolo 100 del Tulp, perché «l’attività dell’esercizio pubblico in questione costituisc­e serio motivo di pregiudizi­o per l’ordine pubblico e per la sicurezza dei cittadini». Già a fine novembre gli investigat­ori della compagnia di Trastevere avevano scoperto - dopo un controllo con il Nas - gravi irregolari­tà (alimenti privi di tracciabil­ità e scaduti).

Lo stesso titolare, con numerosi precedenti di polizia, era stato perquisito e trovato in possesso di alcuni grammi di cocaina per uso personale e quindi segnalato in Prefettura come consumator­e di stupefacen­ti. Il controllo - solo l’ultimo di una lunga serie cominciata anni fa che ha già portato a provvedime­nti di sospension­e della licenza aveva anche consentito di accertare che sia all’interno sia all’esterno della pizzeria c’erano diversi soggetti con precedenti e anche esponenti del clan già noti agli investigat­ori. L’ultima volta che il locale era stato chiuso, sempre per questo motivo, risale al gennaio di due anni fa. Allora riaprì solo dopo 45 giorni.

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