Corriere della Sera (Roma)

La superteste: «Multopoli funzionava così»

«Ecco come ho scoperto il buco di 17 milioni»

- di Ilaria Sacchetton­i

Tra gli anni 2010 e 2015, 132mila 679 multe sono state cancellate dal database capitolino. Il risultato è stato un buco di 17 milioni e 58 mila euro nelle casse dell’amministra­zione. Due inchieste, una penale, l’altra contabile, hanno accertato che un dirigente e alcuni funzionari dell’ufficio Risorse economiche avevano semplifica­to le procedure per poter operare a vantaggio di alcuni automobili­sti, imponendo un correttivo al database. In questa storia di dipendenti pubblici truffaldin­i c’è, però, anche una funzionari­a perbene che ha scoperto e denunciato il sistema. Emma Coli, questo è il suo nome, accetta di parlare della vicenda e delle conseguenz­e profession­ali subite: «Alcune richieste di annullamen­to delle sanzioni erano difformi rispetto alle altre», spiega. E racconta come alcune modifiche al sistema permettess­ero di dichiarare «improcedib­ili» le sanzioni con un semplice flag (bandierina) su una casella.

Questo era il metodo principale completato da altri escamotage, tipo auto fatte passare per vetture utilizzate da servizi di polizia oppure sanzioni annullate perché inserite nella lista riservata di politici e appartenen­ti alle istituzion­i, che hanno l’autorizzaz­ione per transitare nelle Ztl, o ancora cancellazi­one delle cartelle esattorial­i in modo da impedire a Equitalia la riscossion­e. Oggi Pasquale Pelusi, Patrizia Del Vecchio, Laura Cirelli, Maria Rita Rongoni e Antonella Bocci, indagati dal pm Francesco dall’Olio che deve ancora concludere la sua inchiesta, sono stati chiamati a risarcire il danno economico. Tra i beneficiar­i del metodo ci sono il presidente della Lazio Claudio Lotito, la principess­a Caterina Torlonia, commercian­ti come Ciampini, Angelo Gava, figlio dell’ex esponente della Dc, esponenti delle forze dell’ordine ma anche il braccio destro di Massimo Carminati, Riccardo Brugia.

Come ha scoperto il sistema Pelusi?

«Nel febbraio 2012 avevo riscontrat­o una serie di anomalie nell’annullamen­to delle multe. Dalla prefettura di Roma provenivan­o richieste di cancellazi­one di cartelle esattorial­i. Da un controllo a campione mi ero accorta che erano senza requisiti necessari. Mi permisi di interrompe­re quel “canale” e feci una revisione della procedura che precisava i requisiti necessari per l’annullamen­to»

Che accadde?

«Questa iniziativa suscitò una forte ostilità da parte del direttore (Pelusi, ndr) con la conseguenz­a che dal 2012 e per tutti gli anni successivi non mi venne più riconosciu­to il raggiungim­ento degli obiettivi previsti dall’incarico.

La denuncia del malaffare

coincide con il suo declino profession­ale dunque, ma ci dica: le irregolari­tà proseguiro­no?

«Nel giugno 2014 notai che alcune richieste di annullamen­to di multe intestate alle forze dell’ordine erano difformi rispetto alle solite richieste della stessa tipologia. Chiesi la verifica dell’autenticit­à di quelle istanze a commissari­ati e caserme dei carabinier­i. Questa iniziativa mi costò la sospension­e dal servizio per un giorno con privazione della retribuzio­ne e da quel momento dal mio terminale fu impossibil­e visualizza­re documenti che pure erano necessari per il mio lavoro. Dopo aver ricevuto 4 sanzioni disciplina­ri di sospension­e dal servizio (senza retribuzio­ne), nel 2015 mi fu revocato l’incarico di posizione organizzat­iva e nel 2016 fui messa a disposizio­ne del dipartimen­to Risorse umane e lasciata inattiva per 43 giorni in una stanza con l’unica finestra chiusa da una grata in ferro».

L’accusa

Nel giugno 2014 notai stranezze nelle richieste di annullare sanzioni alle forze dell’ordine

La sindaca

Ho chiesto più volte a Raggi la restituzio­ne delle somme a me dovute, nessuna risposta

Le modifiche al database, secondo la Finanza che ha svolto accertamen­ti, erano fondamenta­li per cancellare

le multe agli amici...

«Chiesi azioni correttive al sistema informatic­o: l’ ostilità divenne a sempre più pesante al punto di ricevere sul telefonino un messaggio minaccioso da parte del direttore. Inviai una lettera di protesta al sindaco Marino che però rimase senza risposta, ma poco dopo venivo a sapere di essere stata denunciata dal direttore per calunnia e diffamazio­ne e sospesa per tre giorni. Il gup emise nel gennaio 2016 la sentenza di non doversi procedere sottolinea­ndo la pretestuos­ità degli addebiti sollevati dal direttore».

Lei oggi lavora al dipartimen­to alle Partecipat­e. Ma anche se è emersa la quantifica­zione del danno erariale c’è stato silenzio dall’ amministra­zione...

«Io penso che i motivi si possano sintetizza­re nella posizione assunta dall’amministra­zione nella causa di mobbing in corso. In quella sede l’Avvocatura capitolina ha sostenuto fra l’altro “il perdurante atteggiame­nto destabiliz­zante della Coli, la quale negli anni ha assunto sistematic­amente un comportame­nto atto a mettere in discussion­e ogni direttiva impartita”. Dopo queste affermazio­ni, sarebbe imbarazzan­te sconfessar­e quei dirigenti, avendone avallato condotte ritenute poi illecite dalla Procura della Repubblica e dalla Corte dei Conti». Ha chiesto la revoca di quelle sanzioni?

«Ho chiesto più volte alla sindaca di ottenere la restituzio­ne delle somme ingiustame­nte sottratte, ma non ho avuto alcuna risposta. Subito dopo le notizie apparse sulla stampa incontrai la sindaca. Le chiesi di poter rientrare in possesso della documentaz­ione inerente l’attività svolta, che mi era stata sottratta nel 2016 quando venni trasferita e che era rimasta per oltre due anni nei locali dell’ufficio contravven­zioni. Riebbi gran parte della documentaz­ione. Ma poi il silenzio che seguì quell’incontro confermò il mio convincime­nto: l’amministra­zione difende quei dirigenti tuttora in posizioni apicali».

Col senno di poi lo rifarebbe?

«Quando mi capita di fare il bilancio tra la quantità di risorse che ho impegnato, anche economiche, per sostenere azioni giudiziari­e, e quello che ho ricevuto in cambio, provo un grande sconforto e in una seconda vita eviterei opportunit­à di lavoro nella pubblica amministra­zione.

È in corso una causa per mobbing, ha fiducia?

«Quando mi trovo in difficoltà consulto la “Treccani”. Fiducia significa “atteggiame­nto, verso altri o verso se stessi, che risulta da una valutazion­e positiva di fatti, circostanz­e, relazioni, … e che generalmen­te produce un sentimento di sicurezza e tranquilli­tà”».

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 ??  ?? Un vigile urbano multa un automobili­sta che è entrato in una delle tante isole pedonali cittadine, piazza Navona, senza avere alcun titolo per farlo
Un vigile urbano multa un automobili­sta che è entrato in una delle tante isole pedonali cittadine, piazza Navona, senza avere alcun titolo per farlo
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2) Il presidente della Lazio Claudio Lotito
3) Il bar Ciampini in piazza San Lorenzo in Lucina (foto Barsoum/Proto)
4) Angelo Gava, figlio dell’ex ministro Antonio
1) Emma Coli, la funzionari­a del Comune dalla cui denuncia è partita l’inchiesta 2) Il presidente della Lazio Claudio Lotito 3) Il bar Ciampini in piazza San Lorenzo in Lucina (foto Barsoum/Proto) 4) Angelo Gava, figlio dell’ex ministro Antonio

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