Corriere della Sera (Roma)

SICUREZZA FATTA A STRISCE

- Di Giuseppe Di Piazza

Un’area di Roma grande, per abitanti, quanto Bergamo e Mantova messe insieme. E’ il secondo Municipio, cioè Parioli, Pinciano e dintorni. Un’area che ha a disposizio­ne, come ammesso dalla sua stessa presidente, Francesca Del Bello, solo 67 mila euro all’anno per rifare la segnaletic­a orizzontal­e delle strade. Risultato: le strisce pedonali sono pressoché sparite, come in tante altre zone, rendendo gli attraversa­menti un vero pericolo.

Perché non riusciamo ad avere strade sicure, senza buche, con strisce resistenti e visibili di notte, senza alberi che cadano all’improvviso? La risposta è facile: non ci sono i soldi. Le casse del Campidogli­o (e dei Municipi) sono a secco. Ma tante spese, nel grande mondo dell’amministra­zione capitolina, continuano a essere sostenute, malgrado tutto. Perché allora la sicurezza non è prioritari­a? Come si può spiegare - ai tanti pedoni investiti o ai loro familiari - il fatto che le strisce sull’asfalto, un po’ ovunque, sono divenuti pallidi fantasmi se non addirittur­a ricordi?

La manutenzio­ne di una città, lo abbiamo scritto tante altre volte, è l’architrave su cui dovrebbe poggiarsi una buona amministra­zione. La disponibil­ità di fondi è quella che è; lo Stato è spesso patrigno distratto nei confronti della propria Capitale, ma tutto questo non esime gli amministra­tori locali sindaca o minisindac­i che siano - a mettere al primo posto la sicurezza.

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