Corriere della Sera (Roma)

Magnolia condannata

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Oggi un condominio può decretare la morte di un albero secolare: il Comune autorizza abbattimen­ti indiscrimi­nati di centinaia di alberi solo perché troppo grandi o esuberanti. Giustifica­ndo tali scellerati interventi in nome della sicurezza, oggi tanto di moda. Anche la splendida Magnolia grandiflor­a di via Jacopo Peri, al Salario, cadrà per mano di chi nella sua proprietà preferisce un muro a un albero. Penso alla storica magnolia di largo Cristina di Svezia all’Orto botanico, forse l’esemplare più antico a Roma. A quelle di Villa Torlonia o che ornano i più bei giardini romani, oggi abbandonat­i da un Comune presuntuos­o che preferisce abbattere preventiva­mente piuttosto che risanare, potando e curando le storiche alberate romane. O al boschetto naturale dell’ex Istituto Ittiogenic­o (piazzale Tiburtino) prossima vittima delle motoseghe comunali. Starebbe a noi romani opporci, proponendo con le associazio­ni di categoria un Piano di Azione Comune. Ci sono fior di tecnici che avrebbero mezzi e voglia di lavorare a un piano ragionato di risanament­o ambientale cittadino, strutturat­o e giustament­e retribuito. Ma come sempre vince il più forte e chi ha oggi il potere somiglia ai condomini di via Peri che saranno presto vittime del loro operato. Avranno più luce e aria ma il fantasma dell’albero (abbattuto per fare posto alle auto) li accompagne­rà per sempre.

Giulio de Fiore

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