Gol di Pippo Inzaghi, addio al sogno
Nel ‘98 stessa corsa a 3 Con l’Inter finì 3-0 poi il ko contro la Juve
La prima Lazio di Eriksson, quella del 1997-98, era un rebus. Tre mesi in altalena, tra exploit (3-1 alla Roma in 10 contro 11), risultati acchiappati per i capelli (1-1 in casa Milan su rigore al 94’, poi un 3-2 al Bari che al 90’ era avanti 2-1) e crolli rovinosi all’Olimpico (0-2 con l’Atalanta, 2-3 con l’Udinese). Dopo il ko con i friulani la «Gazzetta» scrisse: «L’Udinese butta definitivamente fuori dal campionato la Lazio bella di coppa». Il 7 dicembre, dopo aver perso 2-1 sul campo della Juventus, era nona a -12 dall’Inter capolista. Ma prima di Natale iniziò una strepitosa serie positiva di 16 partite, in quel momento la migliore della sua storia: 12 vittorie e 4 pareggi, con 32 gol segnati e appena 4 subiti. A metà febbraio raggiunse il 3° posto: lo stesso di oggi. E anche le squadre davanti erano le stesse: Juventus e Inter, ma più staccate, rispettivamente a +7 e +3, non solo un punto come adesso. Alla 22ª giornata il primo scontro-scudetto fu superato di slancio: 3-0 all’Inter, sinistro di Fuser, testa di Boksic, destro di Casiraghi. Il 5 aprile, giorno di Lazio-Juve, la classifica era: Juve 57, Inter 56, Lazio 55. Pippo Inzaghi trafisse Marchegiani imbattuto da 744 minuti (record biancoceleste), Collina non fischiò una mano di Iuliano in area, la Lazio perse 1-0 e si afflosciò, chiudendo addirittura settima con un punto a Brescia e 5 sconfitte consecutive, in una stagione in cui conquistò comunque la Coppa Italia (primo trofeo 24 anni dopo lo scudetto) e arrivò in finale di Coppa Uefa. Lo scudetto lo vinse la Juve, era l’anno del famoso body check Iuliano-Ronaldo non sanzionato da Ceccarini tra mille polemiche.
Simone Inzaghi compì 22 anni il giorno di Lazio-Juventus 0-1 ed esultò per il «regalo» di Pippo. Esordì in serie A pochi mesi dopo, il 13 settembre 1998, segnando l’1-1 del Piacenza proprio contro la Lazio. Arrivò a Roma l’anno successivo, vincendo subito il campionato. A due decenni di distanza, lo scudetto prova a giocarselo da allenatore in quello stesso «triello» che vedeva in tv. Difficile che gli vada peggio del suo maestro Eriksson: sul settimo posto la Lazio ha 20 punti di vantaggio...