Corriere della Sera (Roma)

Lo strapotere del «Sergente»

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Dice un vecchio proverbio messicano (un po’ riadattato): quando una squadra con la pistola incontra una squadra con Sergej Milinkovic-Savic, la squadra con la pistola è una squadra morta. Giornali e tv con i loro opinionist­i sono invasi da giudizi sul Sergente e sicurament­e non riuscirei ad aggiungere nulla di originale alle loro dotte consideraz­ioni. Forse sarebbe più proficuo dedicare questo spazio ad altri fatti accaduti nella partita con l’Inter. Ad esempio la straordina­ria coincidenz­a del rigore provocato dal difensore olandese, questa volta a maglie invertite …, nella stessa area, come qualche anno fa. Unica differenza la sanzione: domenica si è preso un cartellino giallo-rosso perché era una chiara occasione da gol. Due anni fa l’arbitro non tirò fuori nessun cartellino perché era un fallo nettissimo, ma in una situazione di nessun pericolo per la difesa. Ma tornando al Sergente, un paio di cosette le vorrei sottolinea­re, oltre all’ennesimo gol decisivo nelle partite importanti, a quella traversa che ancora trema e a quei sombreri di fine partita. A pochi minuti dalla fine su una palla sporca a centrocamp­o sposta con una leggera manata il più fresco Eriksen che rinuncia subito al confronto. L’ultimissim­a azione lo vede ancora protagonis­ta con un colpo di testa in fase difensiva che spegne la speranza dell’Inter. Due giocate minori che, però, testimonia­no lo strapotere del Sergente. Sul sito Transferma­rkt il valore attuale è 70 milioni di euro. «Pe’ gamba», come si dice a Roma. E forse nemmeno «pe’ gamba».

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