L’Europa arriva al momento giusto
Sia benedetta l’Europa League. E l’obbligo di non perdere la testa. Perché dopo la sconfitta a Bergamo in una partita quasi decisiva per il quarto posto, il rischio è quello di lasciarsi andare e chiudere la stagione con il peggior risultato degli ultimi anni. È una possibilità, vedendo le condizioni della squadra e immaginando, questa volta sì, un contraccolpo emotivo. Ma non è affatto una certezza.
La Roma ha ancora davanti a sé una stagione lunghissima e in Europa League ha la possibilità di dimostrare immediatamente, sul campo, che lo spettacolo visto negli ultimi giorni è poco più di un brutto sogno. L’avversario è alla portata, la competizione è aperta, l’aria internazionale fa sempre bene, tanto più nell’anno dell’Europeo, quando si ha voglia di mettersi in mostra: forse nessuna partita è mai arrivata in un momento così giusto come Roma-Gent. I giocatori devono fremere per smentire chi li accusa di non valere niente e di non volere niente altro che lo stipendio. L’allenatore deve desiderare di urlare al mondo che se è qui non è perché altri hanno detto no, ma perché è l’uomo che inverte la rotta. Il d.s., con le sue scelte a volte intelligenti a volte incomprensibili, ha l’occasione di mettere sul piatto la sua merce e chiedere se davvero era scadente o se era la migliore possibile in quel momento.
Tutti hanno qualcosa da dare e qualcosa per cui lottare. Sapendo che non c’è sempre un’altra occasione. Perché Roma e la Roma possono essere anche un passaggio, ma chi qui non ci lascia un pezzo di cuore non sa che si perde.