La calligrafia e l’incontro fra due culture
Con il patriarca del buddhismo Zen Rinzai e il priore dell’Abbazia, Eugenio Gargiulo
Dopo un intenso momento di concentrazione nel più assoluto silenzio, Hozumi Gensho Roshi, l’ottantatreesimo patriarca del buddhismo Zen Rinzai traccia alcuni ideogrammi su un grande foglio bianco nella Sala Schuster dell’Abbazia di Farfa (Rieti).
Quattro temi: il rispetto dell’ambiente, l’importanza delle tradizioni, l’amore verso tutti gli esseri viventi e la «via», che per l’uomo può essere in salita o in discesa, ampia o stretta, sempre da affrontare con coraggio. È il momento più significativo dell’incontro tra Oriente e Occidente, una nuova tappa di quel dialogo interreligioso che il maestro giapponese intraprese in Europa oltre trent’anni fa a fianco di Papa Giovanni Paolo II. Ieri questo cammino verso la comprensione e la pace tra i popoli è stato declinato attraverso la calligrafia. Roshi ha mostrato lo Shodo, l’arte della scrittura, che insieme alla poesia, al giardinaggio o alla cerimonia del tè, fa parte delle attività quotidiane della filosofia Zen. Mentre il Priore dell’Abbazia Eugenio Gargiulo ha mostrato i preziosi codici miniati benedettini custoditi tra i 60 mila volumi della monumentale biblioteca: «Oltre ad alcune linee comuni nel tratto grafico che sarebbe anche possibile rintracciare — ha spiegato il religioso — ciò che ci unisce è soprattutto la dimensione del silenzio e della meditazione che caratterizza la vita dei monaci». Il sindaco di Fara in Sabina Davide Basilicata ha annunciato che la piccola cittadina, a seguito di questo primo evento, ospiterà una serie di incontri dedicati alla spiritualità in quanto «espressione e testimonianza profondamente radicata nel nostro territorio che racchiude anche Greccio e i percorsi francescani».
Ad accompagnare il maestro Zen, il suo trentennale allievo Gianfranco Gentetsu Tiberti che ha fondato, a pochi chilometri dall’Abbazia, il tempio Gorinkai , punto di riferimento per il buddismo zen in Italia.