«Matteo adesso è felice, rifarei la stessa battaglia per farlo andare a scuola»
Un anno fa la mamma del piccolo, malato di leucemia, ha dovuto combattere insieme con il papà contro i no vax per far tornare a scuola il figlio immunodepresso. Ora suona la batteria e gioca a golf
Un anno fa la storia di Matteo, il bimbo immunodepresso perché guarito dalla leucemia che non poteva tornare a scuola dal momento che in classe c’erano compagni non vaccinati, aveva commosso tutti. E pur di consentire il suo rientro si mobilitarono in tanti. Oggi mamma Sara e papà Simone ricordano quella battaglia e quell’improvviso clamore mediatico: «Se lo scorso anno ci fosse stata questa preside, avrei sicuramente fatto meno fatica e mi sarei attirata meno antipatie», sottolinea la donna. «Di certo rifarei quello che ho fatto, ero disposta a tutto pur di consentire a mio figlio di frequentare quella scuola».
Esattamente un anno fa mamma Sara e papà Simone hanno iniziato la seconda, dura battaglia che la vita ha riservato loro. Dopo quella contro la leucemia, che aveva colpito il figlio più grande, Matteo, di appena 8 anni, si sono trovati a lottare contro i no vax che per qualche tempo hanno impedito al bimbo di tornare sui banchi. Troppo pericoloso per Matteo, immunodepresso dopo le terapie, stare vicino a un bambino non vaccinato. Ma solo nella sua classe, in barba alla legge sulle vaccinazioni obbligatorie, ce n’erano addirittura tre.
È stato quando la dirigenza scolastica ha iniziato a ritardare il rientro a scuola di Matteo che i suoi genitori sono stati costretti a sollevare un caso mediatico. «Non so perché la vecchia dirigente ci abbia obbligato ad agire così - ricorda Sara -. Quest’anno però, con la nuova preside, il piano domiciliare per Matteo è stato attivato in un attimo».
Perché Matteo studia ancora a casa?
«Abbiamo deciso di non farlo rimanere a mensa e quindi esce alle 13».
Come mai?
«Per una precauzione. Matteo fa ancora la chemio per bocca e prendere anche solo un raffreddore per lui vorrebbe dire interrompere la terapia e allungarla».
Quindi usate ancora delle precauzioni?
«Lui usa ancora la mascherina. Ma spesso, sia a scuola che in giro, se la toglie. Sta crescendo e la accetta sempre meno».
Come sta andando con la scuola?
«Le maestre dicono che ha recuperato tutto benissimo. E soprattutto tornare in classe, con i suoi compagni, riprendere la routine, è stato fondamentale: ora è più sereno, tranquillo. Ne aveva bisogno. E poi ha iniziato a studiare la batteria, che lo aiuta anche nel recupero del coordinamento motorio. Fa golf, uno sport calmo e all’aria aperta. E ha iniziato catechismo in una classe studiata ad hoc per lui».
Quando si concluderà questo periodo di massima attenzione?
«A maggio Matteo finirà la chemio. Poi faremo la rivalutazione del midollo. Da settembre, se va tutto bene, si torna alla normalità». Cosa ricorda Matteo del periodo in cui è stato male?
«A volte dice: “Quando ero malato...”. Non credo abbia capito realmente il rischio che ha corso, ma lo ha superato bene. Unica cosa gli è rimasta la paura degli ospedali. Quella sì».
E quando tornate per i controlli?
«È una forza! Se incontra un bambino senza capelli gli dice: “Non ti preoccupare, anche io ero pelato. Ma ora sono ricresciuti”».
A distanza di un anno cosa pensa di quello che è successo?
«Che rifarei tutto».