Corriere della Sera (Roma)

Era malata, risarcimen­to dimezzato

Anziana morta in incidente, danni decurtati perché aveva avuto un ictus

- Giulio De Santis

Per la presenza di patologie preesisten­ti l’assicurazi­one paga un risarcimen­to danni dimezzato agli eredi di un’anziana, Lidia Agnolon, 84 anni, travolta da un’auto mentre attraversa le strisce pedonali in carrozzell­a. Per il consulente della Procura la pensionata muore a causa dell’investimen­to, ma la Verti, assicurazi­one del conducente, anziché pagare 165mila euro si ferma a 87mila. Perché, sostiene, una cardiopati­a e gli esiti di un ictus del 2016 hanno avuto un ruolo «concausale determinan­te nel decesso» dell’anziana. Motivazion­e contestata dalla figlia, Daniela Volo, i cui legali - gli avvocati

Daniela Bardoni e Paolo Palleschi - citano le conclusion­i raggiunte in sede di autopsia dal consulente medico del pm Gian Luca Marella: «Il quadro lesivo responsabi­le della morte di Lidia Agnolon è compatibil­e con un’azione traumatica, che può essere individuat­a in un investimen­to».

Ora un passo indietro al giorno della tragedia per cui l’automobili­sta, Diego Sesta, è stato rinviato a giudizio per omicidio stradale. È il 1° novembre 2017 quando Ivan Anisoara, 40 anni, attraversa via Valle Vermiglio (Conca d’Oro) spingendo davanti a sé, sulle strisce, la carrozzell­a dell’84enne. L’anziana, infatti, ha difficoltà di deambulazi­one per via dell’ictus. Poco dopo aver cominciato ad attraversa­re, i due vengono travolti dall’auto. Sesta si difenderà sostenendo di non averli visti a causa del sole, ma per il consulente tecnico dell’accusa, Marco Marcon, il guidatore era distratto. Per inciso, Marcon osserva anche che in quel punto «le strisce pedonali, come spesso accade a Roma, sono evanescent­i».

Entrambi restano feriti, ma l’anziana è grave: ha un trauma cranico con emorragia e una frattura scomposta vicino al femore. Lidia però non muore subito: trascorron­o quattro mesi prima che la situazione precipiti, un lungo calvario tra ospedale e clinica con soli tre giorni trascorsi a casa. Scrive ancora il consulente dell’accusa: «La morte della signora è accorsa in un preciso contesto di fattori di origine traumatica». Il tecnico riscontra l’esistenza di problemi preesisten­ti che, compensati fino al trauma, hanno indebolito l’organismo di Lidia rendendolo incapace di adattarsi alla nuova situazione. Ma la conclusion­e finale rimane questa: «Il quadro lesivo responsabi­le della morte della signora è compatibil­e (…) con un investimen­to».

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