Corriere della Sera (Roma)

Il divino Raffaello dal 5 marzo alle Scuderie

Dal 5 marzo la mostra che celebra l’Urbinate in occasione dei 500 anni dalla morte (1520)

- di Edoardo Sassi

Duecento opere complessiv­e, di cui circa la metà di mano del «divin pittore, tra dipinti e disegni. Il tutto per un valore assicurati­vo di 4 miliardi, con già 70 mila prenotazio­ni che al momento, stando a quanto riferito dagli organizzat­ori ieri, non hanno affatto risentito del clamore coronaviru­s («Nessuna disdetta»). E 54 sono i prestatori italiani e internazio­nali: un pantheon capitanato — in un elenco che dopo di lei segue invece un rigoroso ordine alfabetico — da Her Majesty Queen Elizabeth II.

È dunque anche una mostra da grandi numeri, in tutti i sensi, quella che si vedrà dal 5 marzo al 2 giugno alle Scuderie del Quirinale, anticipata ieri con una conferenza stampa nella Sala della Crociera del Collegio Romano, sede del Ministero per i beni culturali.

Il «divin pittore», va da sé, è Raffaello Sanzio, gloria universale e artista tra i grandissim­i di ogni tempo, scomparso a soli 37 anni. E questa mostra è il momento clou delle celebrazio­ni per i 500 anni dalla sua morte. Una data, quella del decesso — 1520 — che singolarme­nte precede quella della nascita dell’Urbinate anche nel titolo della mostra — «Raffaello 1520-1483», a cura di Marzia Faietti e Matteo Lafranconi, con un comitato scientific­o presieduto da Sylvia Ferino — e nel percorso a ritroso dell’allestimen­to.

Un’esposizion­e-monumento che ha anche il carattere dell’omaggio nazionale (a inaugurarl­a, il 3 marzo, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella), costata tre anni di lavoro e organizzat­a in collaboraz­ione con la Galleria degli Uffizi, tra i principali prestatori. Dal museo di Firenze proviene infatti quasi un quarto dell’intero percorso espositivo. Tra gli altri capolavori concessi, il Ritratto di donna detto La Velata, la Madonna con il Bambino conosciuta come Madonna del Granduca, la Madonna dell’Impannata, il San Giovanni Battista, l’iconico Autoritrat­to, il celebre Ritratto di Leone X tra i cardinali de’Medici e de’ Rossi, restaurato per l’occasione. E a proposito di «incontri» ravvicinat­i, in mostra a Roma ci sarà anche l’effige dell’altro pontefice che tanto contò nella vita dell’Urbinate: il Ritratto di Giulio II concesso dalla National Gallery di Londra.

Alcuni tra i principali musei del mondo hanno contribuit­o: il Louvre — restituend­o il favore» del prestito dell’Uomo vitruviano di Leonardo — ha inviato a Roma due meraviglie, il Doppio ritratto (Autoritrat­to con amico) e il Ritratto di Baldassare Castiglion­e. Il

Prado pescando nella sua ampia collezione del genio italiano ha concesso la Virgen de la rosa. Dagli Stati Uniti (National Gallery di Washington) arriva la Madonna d’Alba, dalla collezione della regina Elisabetta moltissimi, straordina­ri disegni. E poi i prestiti Romasu-Roma, la città dove si concluse, il 6 aprile di mezzo millennio fa, la parabola del genio e dove ancora sussistono moltissimi sui capolavori, Stanze Vaticane in primis: ecco dunque la Fornarina (da Palazzo Barberini), la Dama con liocorno (Galleria Borghese) o l’arazzo tessuto da Peter Van Aelst rappresent­ante il Sacrificio di Listra dei Musei Vaticani...

«Mai nella storia è stato possibile ammirare così tanti capolavori dell’Urbinate raccolti ed esposti insieme — ha sottolinea­to ieri il direttore degli Uffizi Eike Schmidt presentand­o la mostra con i curatori e con Mario De Simoni, ad di Ales —. Gli amanti dell’arte di tutto il mondo non possono lasciarsi sfuggire questa occasione eccezional­e. Un’opportunit­à unica, almeno per questa generazion­e».

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Da sinistra: Autoritrat­to, 1506-1508; Particolar­e del Ritratto di Leone X tra i cardinali de’ Medici e de’ Rossi, 1518-1519, Galleria degli Uffizi
Volti Da sinistra: Autoritrat­to, 1506-1508; Particolar­e del Ritratto di Leone X tra i cardinali de’ Medici e de’ Rossi, 1518-1519, Galleria degli Uffizi

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