Viaggi dal Nord, avvisare le Asl
Riunione in Prefettura per applicare l’ordinanza della Regione. Il vademecum per i cittadini Chi proviene dalle zone coinvolte deve comunicarlo alle aziende sanitarie. L’enigma di Milano
Chi arriva dal Nord, soprattutto dai focolai di coronavirus, deve comunicarlo alle Asl. È nel vademecum per i cittadini contenuto nell’ordinanza che la Regione, consultati ministro della Salute e prefetti, emanerà stamani. Se Milano diventasse zona rossa del virus, i problemi per la Capitale aumenterebbero.
Opuscoli e manifesti negli uffici pubblici, ma anche negli edifici privati e nei negozi, con le norme da seguire per la sanificazione dei locali e la prevenzione dal contagio da coronavirus con il rispetto di prescrizioni igienico-sanitarie. A cominciare dai condomini. Ma anche pulizia quotidiana, con prodotti disinfettanti, e quindi anche in questo caso sanificazione, delle cabine dei mezzi di trasporto pubblico, dai bus Atac e Cotral alla metro. Sono solo alcune delle misure decise ieri pomeriggio in Prefettura nel corso del vertice al quale, oltre ai prefetti delle province del Lazio, ha partecipato il governatore Nicola Zingaretti.
La Regione ha recepito la nuova ordinanza del ministero della Salute, che fra le altre indicazioni obbliga chi si è recato nelle zone infette del Nord Italia a comunicarlo alle Asl al suo rientro nel Lazio, e a Roma. Una questione non da poco, perché se è vero che le aree-focolaio della Lombardia
e del Veneto vengono considerate attualmente «zone cinturate» - e quindi inaccessibili, senza la possibilità di entrare e uscire -, diverso è il discorso per quelle vicine che sono invece «di contagio», sempre nelle due regioni, che salgono a cinque con Emilia Romagna, Trentino e Friuli Venezia Giulia. Preoccupa, infatti, quello che potrebbe accadere nell’eventualità che anche l’area urbana di Milano venga inserita in questa fascia, con le decine di migliaia di romani che fanno i pendolari ogni settimana con la Capitale. In questo caso ognuno di loro dovrebbe, al ritorno a Roma, avvisare la Asl di competenza, con il rischio evidente di paralizzare uffici che attualmente sono fondamentali per la gestione del rischio contagio anche qui: uffici che comunque saranno potenziati proprio per affrontare l’impatto con questa eventualità, sebbene negli ultimi giorni - e si ritiene nelle prossime settimane - le trasferte a Milano di
lavoratori romani potrebbero ridursi sensibilmente.
In ogni caso stamani, dopo la firma del ministero della Salute, sarà efficace l’ordinanza della Regione con cui si danno le coordinate di comportamento alla cittadinanza. «Misure cautelative visto che al momento nel Lazio non ci sono focolai di infezione», spiegano dalla Pisana mentre arrivano gli ultimi numeri dell’allarme coronavirus su scala locale. Al momento, dall’inizio della diffusione del virus, a Roma risultano 3 contagiati, due dei quali sono tecnicamente guariti e uno dei due addirittura dimesso. E sono 39 i ricoverati allo Spallanzani in attesa del test: dei 114 trattati finora, 75 sono risultati negativi. In più l’Istituto Spallanzani fa sapere di aver formalizzato un accordo con l’ospedale pediatrico Bambino Gesù per «la presa in carico dei bambini accompagnati dai genitori con sintomatologia riferibile alla infezione da nuovo coronavirus». Per ora gli «anticorpi» istituzionali reggono, insomma: l’emer
genza c’è, ma l’attenzione è a livello massimo. E, con le disposizioni «cautelative» nell’ordinanza elaborata dalla Regione e condivisa da ministero e amministratori locali, si punta a circoscrivere il fenomeno il più possibile.
Oltre alle disposizioni sulle buone pratiche igieniche, da tenere affissa nei uffici pubblici e privati, al programma di sanificazione per i mezzi di trasporto e all’obbligo di segnalare alle Asl l’eventuale viaggio nelle aree dove sono scoppiati i primi focolai italiani di coronavirus (nel caso le Asl potranno disporre per la quarantena domiciliare), nel documento si invitano i cittadini a seguire una serie di accorgimenti. In primo luogo si chiede di non recarsi al Pronto soccorso ma, nel caso di dubbi, di telefonare ai numeri deputati, ovvero il 112 per Roma e provincia e il 1500 per gli altri comuni. Poi si ribadisce lo stop alle gite scolastiche — la Regione ha anche annullato il viaggio della Memoria ad Auschwitz con i ragazzi delle scuole — e si dà conferma della sospensione dei concorsi pubblici. In parallelo la Regione lavora a una rete di comunicazione con i sindaci: l’obiettivo è quello di dare e ricevere informazioni in tempo reale per essere tempestivi in caso di focolaio anche nel Lazio.