Corriere della Sera (Roma)

La Lazio e la rivincita delle riserve

Patric e Cataldi, Marusic e Jony fino a Vavro: Inzaghi vince anche senza i titolari

- Agresti

Non sono più il limite della Lazio, ma da qualche tempo una vera e propria risorsa per la squadra di Simone Inzaghi. Le riserve si stanno prendendo una grande rivincita: da Marusic a Cataldi, determinan­ti domenica scorsa nella vittoria a Marassi contro il Genoa grazie a due splendidi gol, fino a Patric, la sorpresa Vavro (che due giorni fa ha degnamente sostituito Acerbi) e lo stesso Jony. La Lazio, insomma, sta dimostrand­o di saper vincere anche senza i titolari.

La Lazio ha una decina di giocatori buoni o ottimi. Il resto? Meglio lasciar perdere.

È andato avanti così, per mesi o forse anni, il dibattito attorno alle possibilit­à di crescita della squadra di Inzaghi. Destinata in apparenza a naufragare non appena fosse venuto meno qualche titolare proprio a causa dell’inconsiste­nza delle alternativ­e, quelle che qualche tempo fa venivano chiamate – con un termine che oggi pare quasi offensivo – «riserve». Invece, nei momenti del bisogno, le alternativ­e (o riserve che siano) diventano un valore aggiunto, addirittur­a decisivo.

La trasferta di Genova è stata, in questo, esemplific­ativa. Acerbi sembrava insostitui­bile e a lungo andare probabilme­nte lo sarebbe, ma nonostante fosse infortunat­o, e il suo sostituto naturale Luiz Felipe squalifica­to, domenica la Lazio ha trovato in Vavro una valida guida difensiva (sostenuto da un Radu in versione leader, come se si sia reso conto di dover diventare il punto di riferiment­o per gli inesperti compagni di reparto). E anche Patric, là dietro, non ha tradito, come del resto capita dall’inizio della stagione.

Determinan­te è stato il contributo di Marusic, autore tra l’altro del primo importanti­ssimo gol: sembra quasi che la concorrenz­a di Lazzari gli abbia dato stimoli e spinta anziché togliergli entusiasmo. Inzaghi preferisce il montenegri­no da quando a sinistra non c’è Lulic, sostituito da Jony (altro rincalzo non entusiasma­nte, ma nemmeno deludente): se sulla fascia mancina la squadra è più offensiva, dal lato opposto deve avere maggiore copertura.

Poi c’è Cataldi, il mago delle punizioni, autore dello strepitoso gol del 3-1. È subentrato a Leiva, ammonito, e ha chiuso – o quasi – la partita disegnando una traiettori­a mirabile; soprattutt­o ha impedito che la Lazio avvertisse l’assenza del brasiliano. È tornato in mente quanto accaduto il 22 dicembre in Supercoppa contro la Juve. Sull’1-1 fuori Leiva e Luis Alberto, dentro Cataldi e Parolo: risultato 3-1 e trofeo in mano, con gol conclusivo proprio del regista romano. Su punizione, ovvio.

È l’ultima bella novità della Lazio che punta lo scudetto e spera, nel prossimo fine settimana, di approfitta­re dello scontro tra Juventus e Inter: le riserve di Inzaghi, il presunto lato debole, sono invece l’ennesimo punto di forza.

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Marusic, a sinistra, e Inzaghi
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L’esultanza di Patric, 26 anni, e Danilo Cataldi, 25, dopo la vittoria contro il Genoa
A Marassi L’esultanza di Patric, 26 anni, e Danilo Cataldi, 25, dopo la vittoria contro il Genoa

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