Supermercati, grandi scorte e mancano i gel
Allarme non generalizzato. In alcuni negozi però vendite + 30%
Il coronavirus fa paura anche a Roma, file nei supermercati per le scorte. Finiti sugli scaffali i gel disinfettanti, a ruba anche pane e pasta.
« Una donna con tre carrelli pieni di cibo si è arrabbiata per non aver trovato il disinfettante»
«È la seconda volta che faccio la spesa in poche ore, in caso di emergenza voglio stare tranquilla». Prove tecniche di quarantena tra i supermercati della Capitale, tra scaffali svuotati e file, timori e appelli alla normalità.
Annamaria Giustiniani ha tre buste in bilico tra le mani ed è appena uscita dal Carrefour di Trastevere; come lei molti romani hanno riempito i carrelli: «In caso di forzato isolamento - confessa così la sua paura - sono già al secondo giro di acquisti perché l’allarme è reale». Il coronavirus non è nemmeno sbarcato in città, nessun focolaio segnalato, ma gli scenari da coprifuoco di Lombardia e Veneto non sembrano poi così lontani. E allora dalla periferia al centro, dai più piccoli market di quartiere ai grandi centri commerciali, già da tre giorni il normale afflusso di clienti del fine settimana è diventato quasi un assalto. «Code simili di lunedì sono davvero impressionanti, registriamo un aumento di incassi di almeno il 30% rispetto al solito», conferma stupito il direttore del Castoro, supermercato di Ostia, dove già nei giorni scorsi la psicosi era scattata per il caso di una donna portata allo Spallanzani e poi risultata negativa al Covid-19.
«La situazione non è certo di grande tranquillità, ma ora mettersi a fare le scorte per un’ipotetica quarantena mi pare eccessivo», sottolinea la signora Anna Romano, solo un po’ di spaghetti e sughi nel sacchetto comprati al locale Panorama. Fa parte della maggioranza dei cittadini che dicono no alla psicosi, giustamente preoccupati dal virus ma senza eccessi.
Inutile cercare gel disinfettanti, spariti dagli scaffali da
Mi sembra tutto una follia, io sono serena, ho fatto la solita spesa Mariana Catellani
tempo, ma iniziano a scarseggiare persino i generi di prima necessità, tipologie di merci non deteriorabili. «Mi sembra tutto una follia, io sono serena ma cauta, - commenta Mariana Catellani, giovane mamma tra i corridoi del Conad di San Paolo -. Ho fatto la solita spesa, ma ho visto persone con i carrelli stracolmi, pane e pasta sono quasi introvabili».
Alle casse, nelle prime ore di ieri mattina, la ressa ha sorpreso dipendenti e direttori: «Abbiamo lavorato senza sosta - racconta Simone Di Mitro, responsabile dell’affollato
Todis di via Ostiense -. Anche lo scatolame e il latte a lunga conservazione stanno andando a ruba, ho dovuto inviare il doppio degli ordini per alcuni alimenti». Alla frequentata Coop di via Tacito anche all’ora di pranzo il viavai è continuo: una ragazza cinese fa la spesa con la mascherina e non sono pochi i clienti che le rivolgono sguardi, alcuni sospettosi, altri solidali.
«Ho visto cose che voi umani...», scherza Massimo Testi fuori dal market di Prati, citando la famosa frase cult dal film «Blade runner»: «Qui stamani (ieri, ndr) c’era una folla allucinante - racconta lo scenario da fine del mondo in cui si è imbattuto -. Una donna allarmata aveva tre carrelli pieni di cibo, continuava a chiedere del disinfettante, arrabbiata per non averlo trovato. Mi sembra tutto troppo esagerato».
Sono già al secondo giro di acquisti, l’allarme è reale Annamaria Giustiniani