Corriere della Sera (Roma)

Squadra coperta e ripartenze letali

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Ogni settimana diventa sempre più difficile trovare degli spunti originali per questa rubrica. Le trappole, come quella di Genova, vengono schivate con grande tranquilli­tà. Da qualche giornata le vittorie vengono messe in cassaforte già dai primi minuti, dopo che una lunga serie di partite sono state vinte negli ultimi secondi e, spesso, addirittur­a nel recupero. E anche nei pochi casi di gare iniziate male, come con Juventus ed Inter, alla fine il risultato è sempre stato lo stesso: tre punti per la Lazio e tanti saluti. Certo, potrei ricordare che abbiamo il centrocamp­o migliore del campionato, che Immobile con i suoi gol sta battendo tutti i record, che Milinkovic­Savic vale molto più di cento milioni di euro, che un giocatore come Luis Alberto è diventato un giocatore di livello mondiale, che i cosiddetti rincalzi Patric, Jony, Marusic, Caicedo, Cataldi e ora anche Vavro sono allo stesso livello dei titolari. Tutti concetti interessan­ti, ma già scritti troppe volte. Della partita di Genova vorrei sottolinea­re solo due numeri: il baricentro molto basso a 44,7 metri e un possesso di palla del 41,4%. Numeri lontanissi­mi dalla Lazio dello scorso anno e delle prime partita di questa stagione. Numeri che dimostrano come Inzaghi ha cambiato completame­nte il modo di giocare senza cambiare gli uomini: molto più coperti, ma pronti a sfruttare le ripartenze orchestrat­e dai suoi tenori. Nulla di nuovo, nulla di eccezional­e. Solo ora capisco quelle inquadratu­re di tifosi juventini quasi annoiati dalle troppe facili vittorie.

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