Nel giardino di Cechov l’eco delle nostre vite
In scena l’allestimento di Alessandro Serra
Dopo il successo del Macbettu, ovvero il Macbeth shakespeariano recitato in sardo, il regista Alessandro Serra si misura con Cechov: questa sera al Teatro Argentina debutta con Il giardino dei ciliegi. Il teatro magnetico e ancestrale di Serra incontra la più grande partitura sinfonica per anime mai scritta: pianti, canti, apnee, russamenti, borbottii e filastrocche, suoni e piccoli fraintendimenti linguistici punteggiano questo spartito per coro.
La vicenda si apre e si chiude in una stanza speciale, ancora oggi chiamata stanza dei bambini. Bambini invecchiati che tornano a casa. Tuttavia il sentimento che pervade l’opera non ha a che fare con la nostalgia o i rimpianti ma con qualcosa di indissolubilmente legato all'infanzia. Non c’è trama, non accade nulla, tutto è nei personaggi. I dialoghi sono monologhi interiori che si intrecciano e si attraversano. Un unico respiro, un’unica voce. E non vi è alcun tono elegiaco, è vita vera distillata, dove si dice, si agisce.
Un valzerino allegro in una commedia intessuta di morte.
Comicità garbata, mai esibita, perfetto contrappunto in un’opera spietata e poetica. I personaggi ridono e si commuovono spesso, il che non significa che si debba piangere davvero, è piuttosto uno stato d’animo, che deve trasformarsi subito dopo in allegria. E velando di lacrime gli occhi dei suoi personaggi, il grande scrittore russo suggerisce la visione sfocata della realtà sensibile, una realtà spogliata dai contorni. Come i vetri delle vecchie case, opachi, deformi, pieni di impurità fornivano una versione estetica della vita oltre la finestra, così le lacrime agli occhi erodono le forme: gli oggetti e le persone sfumano l’uno nell’altro, i colori si sfaldano in mezzetinte, i lineamenti e le voci si disciolgono. Tanto che a un certo punto non si sa più chi è che parla, se una voce proveniente da un’altra stanza o noi stessi con le parole di un altro.
Tra i protagonisti: Arianna Aloi, Andrea Bartolomeo, Leonardo Capuano, Marta Cortellazzo Wiel. Infoline: 06.684000311.