«Lucha y Siesta», stop alla corrente
Ieri mattina sit-in delle attiviste ma l’Aula boccia la mozione Pd
Il M5S fa calare il buio su Lucha y Siesta: niente stop al distacco della luce sulla casa rifugio del Tuscolano. La maggioranza grillina boccia la mozione di Pd e civiche al termine di una lunga giornata di tensione, in cui si tenta ancora una volta di salvare lo spazio che ospita donne vittime di violenza. L’immobile da mesi è al centro di un braccio di ferro col Comune. Ieri, l’ennesimo, durissimo scontro culminato con il voto il consiglio comunale.
Il M5S fa calare il buio su Lucha y Siesta: niente stop al distacco della luce sulla casa rifugio del Tuscolano. La maggioranza grillina boccia la mozione di Pd e civiche al termine di una lunga giornata di tensione, in cui si tenta ancora una volta di salvare lo spazio che ospita donne vittime di violenza. L’immobile da mesi è al centro di un braccio di ferro col Comune. Ieri, l’ennesimo, durissimo scontro culminato con il voto il consiglio comunale.
Tutto inizia in mattinata, quando arriva un addetto di Acea pronto a staccare l’elettricità. L’edificio è proprietà di Atac e, come da concordato, il 7 aprile andrà all’asta. «Così si sradicano i percorsi di chi, a fatica, si sta riconquistando una vita», l’appello ripetuto delle operatrici di via Lucio Sestio che, in presidio permanente, fermano l’impiegato e chiamano alla mobilitazione. Le attiviste si incatenano al contatore, il sit-in si amplia a ogni minuto. Sono 150 le donne accolte dal 2008, anno dell’occupazione dello stabile abbandonato, oltre 1.200 quelle accompagnate nei percorsi di autonomia. «Anche oggi (ieri, ndr) con la protesta in corso, abbiamo vittime a colloquio nel nostro sportello», spiega Simona da Lucha. Da tanti arriva la solidarietà, dalle consigliere regionali Michela De Biase e Marta Bonafoni insieme a Giovanna Pugliese, assessora regionale alle Pari opportunità, che dal presidio parla di «accanimento inspiegabile del Comune», di «un percorso avviato per non disperdere il patrimonio che Lucha y Siesta rappresenta per la città». Dalla Pisana è infatti giunta anche l’opzione di acquisire lo stabile all’asta, ma non è affatto cosa certa.
«Dialogo costante, priorità alle occupanti, già nove i nuclei in alloggi in cohousing», rassicura il Campidoglio che promette di voler preservare l’esperienza di Lucha y Siesta in un altro immobile, visto il taglio della luce deciso dal Tribunale. «Arroganza e mistificazione della realtà» è la risposta della casa: alloggi inadeguati «privi di mobili e acqua calda, qui ancora 5 donne e 3 bambini», il riassunto delle operatrici. «Nessun dialogo esistente, Lucha y Siesta non è un immobile - si ribadisce -. È uno spazio femminista liberato 12 anni fa dal
degrado. Raggi non conosce il nostro contributo nella lotta alla violenza di genere e all’autodeterminazione delle donne». Il timore riguarda l’interruzione del percorso delle donne ospitate, quanto il trasferimento dalle scuole dei loro bambini. Dopo un’affollata assemblea, la battaglia si sposta in consiglio comunale, dove Pd e civiche chiedono lo stop al distacco. Il M5S boccia però la mozione: «Inconcepibile che il punto sia l’immobile, lavoriamo da tempo per la sicurezza delle donne e dei figli», ribadisce Veronica Mammì, assessora al Sociale tra le urla di protesta.
In vendita L’immobile sulla Tuscolana appartiene all’Atac e, in base al concordato, andrà all’asta il 7 aprile
❞ In questo modo si sradicano i percorsi di chi, a fatica, si sta riconquistando una vita Le operatrici del centro