Corte d’Appello, processi a porte chiuse
L’emergenza coronavirus entra nelle aule di giustizia di piazzale Clodio. Ieri i processi trattati in Corte d’appello si sono svolti a porte chiuse. Su indicazione dei procuratori generali, nelle tre aule riservate alla trattazione dei dibattimenti di secondo grado, è stato disposto che potessero entrare soltanto le persone interessate alle cause. Pertanto oltre ai giudici, al pg e ai cancellieri sono stati ammessi solo gli imputati, i legali, le parti civili e i parenti. Di conseguenza, ogni dibattimento si è svolto senza pubblico. Il provvedimento è stato accettato senza lamentele. Gli estranei ai procedimenti, anche gli avvocati, hanno atteso all’esterno che venisse chiamato il loro processo. A piazzale Clodio la misura specifica è stata adotta solo in Corte d’appello, che nella cittadella giudiziaria ha un edificio riservato agli uffici di cancelleria e udienze. In
Tribunale, dove si svolgono le udienze collegiali e monocratiche di primo grado, l’emergenza Covid- 19 è invece non ha cambiato nulla e ed è stato consentito l’ingresso al pubblico nelle aule senza alcuna limitazione. L’unica disposizione è stata di limitare i tempi nella trattazione dei processi, rispettando le fasce orarie per evitare l’affollamento nelle aule e negli spazi antistanti. La presidenza della Corte d’appello ha deciso anche di revocare fino al 9 marzo le autorizzazioni inerenti l’uso delle aule Europa e De Pasquale nonché della sala Unità d’Italia per fini diversi da quelli istituzionali. Quindi, niente convegni. Anche la sala Musica e l’aula Occorsio, per via dell’emergenza coronavirus, fino al 10 marzo potranno essere utilizzate solo per lo svolgimento dei processi.