Virus, persi tre milioni al giorno
Sindacati: migliaia di posti di lavoro a rischio. Confcommercio: nel Lazio le misure per le zone rosse Il calcolo è per bar e ristoranti in città. Unindustria: oltre un miliardo il «buco» per il turismo
L’impatto del coronavirus è decisamente pesante sull’economia romana: per la Confcommercio 3 milioni di perdite al giorno, solo di mancati incassi in bar e ristoranti. Non va meglio negli alberghi tra cancellazione di eventi e disdette per mancati viaggi. Stefano Fiori, presidente della sezione turismo di Unindustria fa i conti: «Ad oggi con l’indotto, siamo a 1 miliardo e mezzo di perdite». L’allarme dei sindacati: migliaia di posti di lavoro a rischio. Confcommercio e Confesercenti chiedono di estendere le misure per le zone rosse nel Lazio.
Michele Azzola (Cgil) «Se l’allarme crescerà l’impatto sarà devastante. Migliaia di posti di lavoro a rischio»
Tre milioni di perdite al giorno, solo sulla ristorazione. L’impatto del coronavirus è decisamente pesante sull’economia romana: tra cancellazione di eventi (finora quasi un migliaio, da Moto days alla presentazione di libri) e disdette negli alberghi o mancati viaggi «possiamo calcolare che ad oggi nel turismo, con l’indotto, siamo a un miliardo e mezzo di perdite a Roma e nel Lazio», non esita a dire Stefano Fiori, presidente della sezione turismo di Unindustria.
Temono per il futuro, con il prolungarsi dell’emergenza, industriali e negozianti, i titolari dei pullman che si sono visti annullare le gite scolastiche, o gli spedizionieri che secondo i calcoli di Stefano Di Niola, il segretario della Cna, hanno i trasporti diminuiti del 10% e si arriva al 18 per gli acquisti online. Unindustria poi teme per l’export: il fatturato dei primi tre trimestri del 2018 (pari a 16,2 miliardi) era arrivato lo scorso anno a 19,7,
Anche molti turisti che affollano l’area antistante il monumento indossano le mascherine ma ora questa crescita (+3,5 miliardi) possa andare perduta. E per questo l’associazione datoriale ha spedito ai suoi iscritti un questionario per definire in modo preciso l’impatto del coronavirus sull’economia locale. E a gran voce tutti chiedono che i provvedimenti adottati per le «zone rosse» siano estesi alla Capitale. «L’abbiamo già chiesto a Virginia Raggi», dice Stefano Di Niola. «Solo lunedì ho ricevuto annullamenti di eventi a marzo e aprile per due milioni - precisa Fiori - e negli hotel di lusso o congressuali l’occupazione è bassissima». E Gerardo Iammunno, presidente della Piccola industria di Unindustria si chiede: «Con l’estero ci stiamo massacrando da soli. E poi: si parla di lavoro da casa, ma come si fa a montare una vasca a distanza? Sta mancando un coordinamento unico».
Ernesto Mazzi, presidente della Fiavet Lazio (agenzie di viaggio) parla addirittura di «cancellazioni degli arrivi a Roma a marzo che toccano il 90% e crollo di prenotazioni fino a giugno del 60%».
Il direttore della Fipe Confcommercio, Luciano Sbraga, taglia corto: «Perdiamo almeno 3 milioni al giorno, per la crisi del turismo, non solo cinese. L’impatto è arrivato anche sui ristoranti tradizionali, perché la gente esce di meno». Secondo i conti di Valter Giammaria, presidente della Confesercenti «c’è un abbassamento degli incassi nel commercio ad oggi del 2530% e gli alberghi sono sotto le presenze stagionali del 3040%, senza calcolare le future disdette. Perfino il traffico è diminuito: c’è un calo di vendite di carburante del 30-35%. Se la situazione dovesse proseguire, è ovvio che le imprese stanno già pensando a far prendere le ferie ai dipendenti». Ancora non si parla di licenziamenti ma di ricorso alla «cassa integrazione in deroga», sussurrano gli esperti. «Se l’allarme crescerà l’impatto sarà devastante - commenta il segretario generale della Cgil di Roma e Lazio, Michele Azzola -. Ci sono migliaia di posti di lavoro a rischio». «Ancora non abbiamo avuto sollecitazioni - aggiunge l’assessore regionale al Lavoro, Claudio Di Berardino -. Stiamo monitorando la situazione e teniamo una linea omogenea con le scelte del Governo».