Guru di San Lorenzo, adesso può scattare la prescrizione
Decide la Cassazione su Danilo Speranza, condannato pure in appello per lo stupro di due bambine
Arrestato nel 2010, condannato in primo grado nel 2014 e in appello il 2019, Danilo Speranza — il guru di San Lorenzo — potrebbe riacquistare definitivamente la libertà a partire da oggi.
All’orizzonte del «Settimo saggio» (così amava definirsi), accusato di stupro nei confronti di una undicenne e una dodicenne figlie di sue adepte, si affaccia la prescrizione. Oggi i giudici della Cassazione dovranno prendere una decisione: considerare nullo l’atto di notifica del processo nei suoi confronti, visto che fu consegnato al suo difensore e non a lui direttamente, oppure no?
Dal loro pronunciamento dipende tutto: se venisse accolta la richiesta dei difensori dell’ «Immortale» (altro pseudonimo), allora il processo d’appello sarebbe interamente da rifare, sfidando la prescrizione prevista fra un anno e mezzo. Un tempo insufficiente a concludere un nuovo dibattimento se si pensa che due anni sono trascorsi solo per celebrare la prima udienza del I grado. Diversamente, cioè se i giudici dovessero respingere il ricorso dei difensori, allora diverrebbe definitiva la condanna a dieci anni disposta dalla terza sezione penale.
Speranza, ormai settantenne, affetto da diabete e ipertensione, avrebbe abusato di diverse donne durante la sua carriera ma solo le due bambine, con l’aiuto delle rispettive madri, avevano presentato una denuncia in tempi utili, dando il tempo agli investigatori della polizia municipale di svolgere gli approfondimenti necessari.
Il santone della setta Re Maya pretendeva la sudditanza totale dei suoi adepti: «Qui avete il tetto karmico che vi protegge». Decideva tutto degli ospiti della comunità: cosa dovevano mangiare, come dovevano curarsi, se potevano andare in vacanza, fidanzarsi, fare figli. Non bisogna immaginare una comunità alla maniera new age, piuttosto un rapporto di dipendenza psicologica. «Sei tu a cercare sempre il suo consiglio — diceva una delle sue vittime — perché ha un potere mentale su di te, dice di vedere le vite precedenti sue e degli altri, così prima di fare un passo vai da lui». Al processo i suoi difensori avevano puntato sulla sua presunta impotenza. Inutilmente: Speranza era stato condannato a dieci anni sia in primo che in secondo grado. Il difensore delle parti civili, Federico Sinagra, sottolinea l’opportunità della riforma della prescrizione in un caso come questo: «Procedimenti così potrebbero dare un senso alla riforma Bonafede».
Il santone Della setta Re Maya chiedeva la sudditanza totale dei suoi adepti